POPSOPHIA: E’ NATA L’ASSOCIAZIONE NO-PROFIT

a9Popsophia, Presente e Futuro, il tema della conferenza-evento che ha avuto luogo mercoledì 28 settembre presso l’Hotel Miramare di Civitanova.

IL PRESENTE. “Userò il mithos e non il logos”, con queste parole il direttore artistico di Popsophia Evio Hermas Ercoli ha aperto l’incontro e, in perfetto stile popsophico, spiega con un mhytos l’essenza e la diffusione del genere Popsophia. L’aneddoto. Ad una grande festa, in conversazione ad un tavolo con Fiorello il professor Ercoli parla della Barbie come stilema di una letteratura sessista che massacra l’uomo-Ken solo, fra tante Barbie, in un mondo di donne sempre più aggressive. E mentre Fiorello incuriosito dice che farà sua la riflessione, il tavolo insorge a gran voce: no, questa è Popsophia!

Il pensiero critico sulla Cultura popolare quindi ha fatto breccia ed è diventato un genere di pensiero. Quando si applica la riflessione filosofica a un oggetto contemporaneo, lì si fa sempre Popsophia. La filosofia è uscita dalle accademie ed è tornata alla vita.

IL FUTURO. Per tutelare appunto questo genere, per favorire l’indagine filosofica del pop che a sua volta narra la filosofia e diffondere la libertà di pensiero nella attribuzione filosofica e artistico-culturale, lo scorso 20 settembre Popsophia è stata legalmente registrata come un’Associazione No Profit. Uno statuto rigido, depositato con atto notarile, che non permette una ripartizione tra i soci di utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale.

Alla domanda implicita su quale sia il futuro di Popsophia, Ercoli ne dà un efficace sunto con la locuzione latina nomen omen. “Dopo un anno di lavoro oggi finalmente abbiamo capito che cos’è la popsophia – ha spiegato Ercoli –. La sua potenza e il suo destino sta nel nome, interpretare il pop attraverso la filosofia e raccontare la filosofia attraverso i linguaggi del popolare. E’ possibile che una sfida culturale di tale portata possa partire da Civitanova? Io credo di si. E’ qui che la pop filosofia con i suoi ossimori e le sue peculiarità si rende tangibile e fisica. Ci può essere più cultura in un tacco di scarpe che in una biblioteca ed in questa città c’è l’adesione piena ad un progetto, una città che è incubatrice ideale della pop filosofia”. D’altronde precisa Ercoli “Senza il pubblico delle piazze non esiste Popsophia! Occorre dunque lasciare il porto tranquillo ed entrare in mare aperto, continuare la battaglia contro i conservatorismi mentali, gli stereotipi, la pigrizia che a quasi cinquant’anni da Apocalittici e Integrati di Umberto Eco crede ancora che la cultura sia solo quella accademica e non viceversa quella della piazza”. Popsophia diviene quindi una scelta di campo, una sfida che si espande pervadendo l’intero anno. Attività, incontri di avvicinamento, eventi, sviluppo di un pensiero critico applicato in ambito scolastico, contaminazioni di genere.

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