POPSOPHIA, CACCIARI: “VIVERE QUI E ORA E CERCARE LA FELICITÀ”

a9Popsophia apre il suo terzo weekend, sulla Fiction, con la lectio di Massimo Cacciari. Come spiega subito il professor Curi, direttore del Comitato scientifico del Festival, sul palco per introdurre il filosofo veneziano, il termine “fiction” sebbene sia inglese è quello che più dell’italiano conserva la vicinanza alla radice latina fingir, ovvero plasmare, modellare. Dunque una parola che nella propria estensione semantica ha poco a che fare con l’italiano fingere la cui accezione negativa denota il simulare. Eppure, ricorda Curi, Leopardi utilizza il termine ne L’infinito e lo fa riconducendolo al significato originario: “Io nel pensier mi fingo” e cioè ricreo, immagino. Cacciari è chiamato ad intervenire sul tema complesso che mette insieme Futuro e Finzione e lo fa legandoli in un concetto terzo: la finzione del futuro. “Il futuro – secondo Cacciari -, non è un luogo ma un atteggiamento dell’essere di fronte all’incertezza. È il tempo dell’indugio, dell’esitazione”. Nel corso della sua lectio, invita anche a pensare al Futuro attraverso il filtro del cristianesimo. “L’uomo è pellegrino su questa terra ed attende con ansia il tempo del trapasso, un tempo certo e infinito. L’atteggiamento è qui certo e fiducioso e non terrificante quel tanto da richiedere l’esitazione”. Tuttavia, secondo Cacciari vi è una terza strada, quella che alla paura del futuro e alla certezza cristiana, contrappone il vivere qui e ora, il cercare la felicità nell’oggi professando l’impossibilità di conoscere il passato come il futuro. La situazione oggi appare più ardua in quanto il mondo non agisce più sulla base delle categorie conosciute e tutto è avvolto da una imprevedibilità maggiore. “Siamo in una situazione di perfetta esitazione in cui i giovani dovranno operare fuori dalle vecchie categorie”. Tuttavia, lungi da catastrofismi, egli invita il pubblico di Popsophia a leggere questa epoca come la prima che ci potrebbe permettere “di realizzare l’unica cosa che mai si è realizzata sulla Terra: la felicità. Ed è questo – ha concluso -, il compito della filosofia”. Dopo lo show di Aldo Busi, atteso questa sera (sabato) sul palco di Civitanova Alta (scintille promesse oggi dalle colonne del Corriere della Sera dove ha dichiarato: “non scrivo più perché l’Italia non mi merita”) e dopo le lezioni sulla filosofia delle fiction di Simone Regazzoni, domani (domenica) il Festival ospiterà storia e musica con due narratori d’eccezione: Vincenzo Mollica e Leo Turrini. Il pomeriggio di domenica 31 si apre con Pop crime e con Luciano Canfora sulla “Meravigliosa storia del papiro di Artemidoro”. Co-relatore dell’incontro sarà Silio Bozzi, illustre criminologo e vice questore aggiunto della Polizia di Stato. La serata prosegue, alle 21.30 nel Chiostro di Sant’Agostino, con il ritorno di Simone Regazzoni sulla “Filosofia di Lost” e le domande sullo spazio e sul tempo, sulla verità, sul mondo come illusione che la fiction americana pone al suo spettatore. Dopo di lui Carola Barbero ci conduce nella “Filosofia di Sex and the city”. Alle 22.30 al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta, il secondo week end di Popsophia sposa questo finesettimana grazie alla la proiezione del filmato “The Fiction of Fashion”, realizzato da Michela Meschini con la collaborazione di Luigi Gasparroni. Attraverso il montaggio di spezzoni audio e video tratti dal noto film di Robert Altman “Pret-à-porter”, la clip mostra i grotteschi retroscena del dorato mondo delle sfilate e propone un’interpretazione della moda come finzione sociale. Per la musica Pop sound, al cortile dell’ex liceo, presenta “Bar Mocambo”, omaggio a Paolo Conte dei Wando e i Ruggero Urlando, mentre la classica ospita “Da est a ovest – dal popolare al cinema”, ‘attraversamenti’ di Paolo Marzocchi. Protagonista della Dannunziana all’auditorium San Francesco è Paola Giorgi. La consulenza poetica presenta “La traccia di Pavese”, Gianfranco Lauretano con Walter jr. Cassetta. Il giardino della scienza e i giochi intelligenti con Daniele Sicorace proseguono come ogni sera dalle 22.30. La chiusura, alle 23.30, è affidata come sempre al caffè letterario dove si parlerà della finzione in architettura. “Imparare da Las Vegas” è il titolo della serata organizzata dalla Biblioteca comunale S.Zavatti con Manuel Orazi e Pippo Ciorra

 

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