POPSOPHIA, BOTTA E RISPOSTA TRA MOBILI E LA FRANCO

popsophia_serata_conclusiva-3“La verità è che Popsophia non l’hanno mai voluta, motivo per cui se ne è andata a Pesaro, e adesso Corvatta e Silenzi fanno la scena della causa. A proposito, alla faccia dell’amministrazione che doveva tagliare gli incarichi legali! A questo punto portino in tribunale pure Cartacanta visto che se ne è andata a Fabriano”. Mobili non crede alla battaglia a tutela degli interessi della città: “Stanno perdendo tutto, Popsophia, Cartacanta, e rendendosi conto di aver sbagliato la buttano in caciara. Che c’entrano gli avvocati con il marchio? Come se l’ingegno di una persona potesse essere comprato. Invece di denunciare lavorino per un nuovo festival se ne sono capaci. Da due mesi non fanno altro che dire che hanno progetti. Se ci sono li tirino fuori”. Così l’ex sindaco Massimo Mobili sulla vicenda Popsphia. Un intervento che fatto scattare l’immediata reazione del capogruppo Pd Mirella Franco che in una nota scrive: “E’ strabiliante l’intervento del consigliere Mobili in merito alla vicenda POPSOPHIA; proprio Mobili, per primo responsabile di non aver tutelato la città garantendosi la titolarità del marchio e del format, dopo avervi speso centinaia di migliaia di euro dei civitanovesi. Ed é proprio singolare il suo ragionamento, tutto teso a giustificare l’interesse del privato a danno della città. Il consigliere Mobili forse non sa che i marchi dei più famosi festival sono di chi li finanzia, vedi lo Sferisterio Opera Festival e il Rossini Opera Festival, e che il direttore artistico viene nominato, ma quando se ne va non porta mica via con sé la manifestazione! Infatti, il festival “Tutto in Gioco” venne finanziato dalla Fondazione Carima che é titolare del logo. Mobili é quindi il primo responsabile per non aver vigilato per garantire che gli investimenti dei civitanovesi restassero patrimonio della città e ora, grazie alla sua insipienza, ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano. Eppure ha l’ardire di fare prediche, lui che all’epoca dichiarò che non sapeva che Ercoli si era intestato il marchio, dopo che il Comune aveva indicato con delibera di realizzare l’evento. Ma, parliamo di un sindaco che ha anche affermato di non sapere nulla sulle fidejussioni di 16 milioni di euro garantiti da chi non aveva titolo. Vicenda questa su cui, almeno da quanto si apprende dalla stampa, c’è l’interesse della Procura della Repubblica. Mobili governava, ma non si accorgeva, non sapeva mai niente. Un altro aspetto paradossale dell’ex sindaco é che ha lasciato 600 mila euro di parcelle legali non pagate e assegnato consulenze per cause che quando matureranno comporteranno spese milionarie per il Comune e ora eccepisce su un incarico dato per tutelare gli interessi pubblici, perché ogni civitanovese non può accettare il modo con cui è stata trattata questa città, intessendo argomenti strumentali, accampati per giustificare lo scippo dietro cui si celano altri disegni e altri interessi. La verità é che per polemica politica Mobili non esita a svendere la città, ma almeno abbia il buon gusto di lasciare parlare chi non é responsabile di questo esproprio.”

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