“LE QUESTIONI SOCIALI SONO CONSIDERATE SECONDARIE”

mancini-22Nella primavera scorsa un gruppo di ricerca dell’Università di Macerata, d’intesa con la Provincia, ha realizzato un’indagine su “Elusione e violazione dei diritti umani nella provincia di Macerata”. Avendo coordinato la ricerca, desidero contribuire al dibattito sulla solidarietà a Civitanova. L’omelia di mons. Conti ha colto il punto critico del degrado della qualità della convivenza in città. La nostra ricerca ha confermato che spesso le risposte date dalle istituzioni alla concreta tutela dei diritti umani sul territorio sono insufficienti e che scontiamo un ritardo culturale nella percezione della questione. Bisogna capire che non di filantropia si tratta, ma di giustizia verso la dignità di chiunque. Le questioni del “sociale” spesso vengono considerate secondarie. Talvolta si prendono provvedimenti contraddittori che, come l’ordinanza comunale sul divieto di elemosina, sostituiscono la logica della punizione a quella della solidarietà. E’ tempo di una svolta globale, che unisca le energie di Comune, Provincia, Chiesa locale, associazioni e gruppi di volontariato, altre comunità religiose e le comunità degli stranieri presenti in città.
Le frontiere più esposte sono molte. Penso ai poveri e ai senza fissa dimora, ai minori a rischio, agli stranieri extracomunitari, alle donne sfruttate nella prostituzione, a quanti hanno un disagio psichico, a chi ha dipendenza da sostanze stupefacenti e da alcool, alla situazione dei diversamente abili. In molti casi sono coinvolte nel disagio intere famiglie. Si tratta dunque di fasce consistenti della popolazione. C’è bisogno di una svolta che passi per quattro punti cruciali: 1) l’investimento di adeguate risorse umane e finanziarie; 2) l’efficiente coordinamento tra i diversi servizi sociali e sanitari; 3) il coordinamento tra amministrazioni differenti, che spesso hanno segno politico diverso; 4) la promozione di una cultura dei diritti umani nelle scuole, nei quartieri, sulla stampa. La vicenda della scandalosa mancanza di una mensa per i poveri a Civitanova e delle difficoltà per dare alla Caritas una nuova sede è indice della necessità di un netto cambiamento di rotta sia da parte degli amministratori locali, sia da parte del volontariato e della “società civile”. Non c’è da vantarsi dei propri meriti, c’è da lavorare insieme per dare attuazione all’etica del rispetto quotidiano dei diritti. Così Civitanova sarà una città dove chiunque potrà trovarsi a casa senza essere umiliato, discriminato o abbandonato.

prof. Roberto Mancini