PENSAVO FOSSE AMORE…

image98Chissà se ci regaleranno le mimose per l’8 marzo?
Questi fiori così strepitosi sulle loro piante diventano tristi e desolati quando ce li offrono confezionati nel cellophane alle casse del supermercato. Le donne in questi cupi tempi di violenza e prevaricazione, hanno bisogno di meno fiori e più rispetto.
Civitanova offre molti spunti per la festa delle donne, io mi permetto oltre a quelli della nostra città, di suggerirne un altro, fuori sede: seguite il mio consiglio, non vi pentirete.
Con un minimo di buona volontà arrivate a Porto Sant’Elpidio, vi accoglieranno i bellissimi giardini di Villa Barucchello; entrate e seguendo le mollichine di piccoli volantini, arriverete ad un portone, superatelo e mettetevi a guardare.
‘Pensavo fosse amore’ è il titolo di una mostra che ha aperto il 2 marzo e chiuderà domenica 9. Protagoniste sono le opere di un giovane artista Joel Giustozzi, che racconta le donne intrappolate in storie che sembrano d’amore ma sono invece tutt’altro: vite spezzate nella chiusura di rapporti guasti, dove l’apparenza dell’amore racchiude la sostanza della violenza, della gelosia, del possesso portato all’estremo. Donne che pensano di poter salvare il proprio carnefice per cui non escono dai rapporti malati ma, nella classica sindrome di Stoccolma, perseverano nel tentativo di salvare sentimenti che tali non sono, uomini che tali non sono.
Il contorto rapporto tra vittima e carnefice, lo affrontiamo nel primo spazio espositivo, nelle belle foto che si insinuano in questi momenti di tempestoso e feroce rapporto uomo-donna. Camminando entriamo nello spazio conseguente per logica e nella scelta artistica di Joel: il luogo della mostra dedicato alla violenza domestica dove le foto recitano scene esplicite. Il luogo espositivo è riempito non solo di foto ma di tele dai colori accesi, psichedelici, da istallazioni estremamente evocative: la lunga serie di coltelli con un cuore inciso che pendono dagli alti soffitti, una ‘torta nuziale’ sormontata da claustrofobiche gabbie che chiudono l’amore nello spazio angusto dell’esclusione del resto del mondo. All’interno della mostra ho trovato di estrema originalità e bellezza le opere di ‘arte postale’, ricche di phatos ma che non voglio raccontarvi completamente, come non vi voglio raccontare la ‘stanza buia’ dove entrerete per confrontarvi con il vostro personale sentire.
Le opere di Joel mi hanno molto emozionata, probabilmente perchè vivo con estremo dolore le inaccettabili violenze, i femminicidi, la brutalità che si stanno rovesciando sul genere femminile in questo primo squarcio di millennio gravido di incertezze e crisi economica che le donne scontano più di tutti, a qualsiasi società o etnia appartengano.
Dunque in questo fine settimana regalatevi la condivisione con la sensibilità di questo giovane artista che generosamente si rapporta con l’universo femminile e con mano gentile ne accarezza i drammi.

La mostra sarà aperta sabato 8/03 dalle h. 15.00 alle 20.00
e domenica 9/03 dalle 18.00 alle 20.00 per la chiusura con sorpresa

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