“Ho sbagliato, ho sbagliato…non mi sono reso conto…”. Gli occhi pieni di lacrime, lo sguardo perso nel vuoto, sono state queste le parole di don Giangiacomo Ruggeri subito dopo l’arresto per abusi sessuali su una ragazzina di 13 anni. Nonostante i suoi 43 anni, “sembrava un bambino”, ha detto un investigatore. L’impressione maturata in chi collabora alle indagini è che il portavoce del vescovo di Fano, l’assistente spirituale degli scout, il giornalista esperto in web tv, non fosse affatto preoccupato per l’arresto, anzi consapevole di dover finire in cella, ma devastato dall’angoscia. Non avrebbe tentato alcuna difesa o diversivo, nessuna domanda sul perché i poliziotti erano andati a prenderlo. Spetterà all’avvocato difensore chiedere un’eventuale perizia sul grado di maturità psicologica del sacerdote, ma in queste ore c’é chi si domanda se realmente don Ruggeri non si fosse reso conto che un uomo di 43 anni, per di più prete, non può ‘innamorarsi’ di una bambina di 13 e scambiare con lei effusioni come un fidanzatino. O se invece, agendo alla luce del sole, in una spiaggia piena di gente, volesse proprio farsi scoprire. Come dire al mondo ‘ho questo problema, fate qualcosa’.