Esposti a tre Procure, esposti al garante degli appalti. Sulla Civita Park l’offensiva giustizialista della destra si è affidata a una valga di denunce mirate a bloccare i lavori del palazzetto dello sport. Segnalazioni alla Procura di Macerata, di Ancona e di Pescara, alla Corte dei Conti, alla guardia di finanza, ai vigili del fuoco e all’Autorità regionale per la concorrenza. A partire da marzo e fino all’ottobre del 2014 gli ex amministratori hanno scatenato una batteria di fuoco delle carte bollate con cui hanno sommerso i tribunali con la richiesta di verifiche sull’appalto, sul rilascio delle autorizzazioni di vendita rilasciate al centro commerciale, sulla variante, sulla sottoscrizione della convenzione. Una strategia aggressiva che è diventata forcaiola quando, dopo un’indagine per presunto abuso d’ufficio aperta a carico della giunta Corvatta dalla Procura di Macerata proprio in seguito all’esposto ricevuto, la destra ha affisso manifesti per chiedere agli attuali amministratori di dimettersi senza che fosse provata nessuna accusa. Non avevano messo in conto Mobili, Marinelli, Ciampica, Morresi, Marzetti, Carassai & C. l’effetto boomerang. Sugli esposti inoltrati ai magistrati c’erano infatti le firme di tutti quegli amministratori che, fin dal 2006, avevano gestito e sottoscritto le convenzioni con il gruppo Mattucci-Sagretti-Foresi, che hanno portato avanti le scelte sulla zona tecnico distributiva quando è nata la Civita Park di Mattucci, deciso l’urbanizzazione dell’area, le cubature del centro commerciale e della nuova fiera in tempi in cui del palas non c’era ancora l’ombra. Proprio per l’impronta che il centro destra ha dato all’operazione Civita Park la Procura di Macerata ha esteso l’indagine alle giunte Marinelli e Mobili per il periodo compreso tra il 2006 e il 2012. Gli effetti delle denunce che dovevano colpire Corvatta si sono a quel punto abbattuti in casa della destra dove nessuno adesso parla più di dimissioni mentre la notizia degli avvisi di garanzia che hanno raggiunto gli ex amministratori è passata sotto silenzio in certi salotti puristi del web dove si commentano anche i fili d’erba, ma si tace su un’inchiesta che tira dentro tutto il centro destra. Non si parla di dimissioni nemmeno dalle parti di Claudio Morresi che siede alla presidenza della commissione consiliare di indagine sui centri commerciali (dicasi Civita Park) e che è nella lista degli indagati. Controllore e controllato, simbolo di un conflitto di interessi che è sotto gli occhi di tutti. Così come Vince Civitanova, che tuonava ‘dimissioni’ contro Corvatta e Silenzi e adesso ha perso la voce perché con il suo stesso metro di misura tutta la destra dovrebbe dire addio alla politica. Moralisti e giustizialisti, ma solo in casa d’altri.