Giorgio Felicetti ritorna dopo la lunga pausa della pandemia in un teatro, l’Annibal Caro pieno in ogni ordine di posto. Un’emozione palpabile nella sua Civitanova e uno spettacolo intenso, emozionante che ripercorre un po’ il dramma del terremoto, la storia di tanti terremoti italiani, tanti drammi delle vittime e le tante inconcludenti ricostruzioni. Un viaggio nella paura e una riflessione anche sul fatto che pur sapendo che siamo su un terreno altamente sismico l’uomo ancora non riesce ad averne piena consapevolezza.
Lo spettacolo è anche un messaggio di speranza. Bisogna guardare avanti per avere quella sensibilità necessaria a vivere questi luoghi che ciclicamente ripresentano scosse sismiche senza avere paura.
Felicetti ha poi fatto una chiusa sulla guerra e su quello che si sta vivendo adesso. Un monologo che dura quasi un’ora e mezzo, che scorre via con un’intensità e concentrazione che annullano lo spazio temporale e ti rapiscono in un racconto. Una recitazione veramente di alto profilo e l’applauso finale, intenso, una vera e propria ovazione riconoscono a Felicetti un successo che segna un nuovo inizio di una stagione di nuovi spettacoli.
Felicetti bravissimo sempre contemporaneo, merita l’ovazione