OSPEDALE COVID ALLA FIERA. NESSUN PERICOLO PER L’ARIA

È una corsa contro il tempo la realizzazione dei cento posti di terapia intensiva all’interno della fiera di Civitanova, scelta dopo aver valutato la nave prima, il palaindoor di Ancona poi.
Dieci giorni il tempo che il presidente Ceriscioli si è dato, malgrado l’inciampo della positività di Bertolaso con cui si è relazionato, che lo ha costretto in quarantena precauzionale e a lavorare da casa.
Massima operatività, mobilitazione per la raccolta dei dodici milioni necessari, qualche voce dissonante e alcuni residenti del quartiere di Santa Maria Apparente, a ridosso della fiera, che sono preoccupati e chiedono garanzie di sicurezza sulla qualità dell’aria nel momento in cui verranno ricoverati malati di Covid-19. A tranquillizzarli Ulderico Montevidoni, il progettista della fiera, la struttura di circa 6mila metri quadrati inaugurata nel 2017 adiacente al palas e quindi baricentrica a livello regionale considerata anche la prossimità con il casello autostradale e la superstrada.
Montevidoni garantisce ai residenti, ma non solo, che sarà predisposto un impianto di aerazione che eviterà le emissioni in atmosfera. Il progetto prevede la creazione di una “scatola” pressurizzata all’interno dell’edificio, dove verranno stabilizzati i ricoverati.
Sono già avvenuti gli incontri tecnici tra Montevidoni e l’ingegnere Patrizia Arnosti, consulente della squadra di Bertolaso, per visionare le planimetrie ed effettuare tutte le verifiche sull’impiantistica.
Ulderico Montevidoni con il suo studio e con il figlio Edoardo, architetto, ha dato disponibilità a supportare il progetto gratuitamente.
La fiera-covid secondo il piano programma sarà operativa in dieci giorni. Superata l’emergenza, verrà ripristinata per la sua funzione originaria.

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