Da Paola Giorgi, vice presidente assemblea legislativa delle Marche riceviamo e pubblichiamo:
Destano profonda preoccupazione le conclusioni delle indagini del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, Lionello, in merito alla già nota operazione “Ragnatela”: un maxi traffico illecito di rifiuti che si è snodato tra Caserta e la provincia di Macerata e che vede i fari puntati sulla discarica Senesi di Morrovalle e la Eco Service di Corridonia. Dei 17 indagati per i quali la DDA ha chiesto il rinvio a giudizio, ben 9 sono del maceratese, una triste conferma dell’ indagine avviata dalla Procura di Napoli (nell’ambito della quale, prima del passaggio, per competenza, alla DDA di Ancona, erano stati effettuati diversi arresti nel maceratese) e sulla quale, a nostro avviso, troppo presto è calato il silenzio, anche della politica, considerata anche la contiguità degli indagati con le istituzioni. Le pesanti accuse avanzate agli indagati, le persone coinvolte e i loro ruoli, la dinamica dei fatti, collocano la vicenda in un contesto di criminalità organizzata. Non si può restare fermi di fronte a fatti così gravi. Parliamo di un traffico di rifiuti pericolosi non inertizzati che finivano abusivamente nella discarica di Morrovale, con rischi concreti per la salute pubblica e con conseguente evasione, tra l’altro, del tributo regionale sull’ eco tassa: evasione che ha causato alle casse regionali un ammanco di circa 1 milione di euro. Poiché potrebbe non trattarsi di un caso isolato che riguarda solo il maceratese, occorre al più presto istituire un Osservatorio Regionale Antimafia per conoscere ed affrontare un problema reale di cui, nella società marchigiana, si cominciano ad avere troppi sentori concreti, soprattutto per quanto riguarda le possibili relazioni fra politica e criminalità organizzata.
