OMICIDIO REA, L’ASSASSINO E’ TORNATO SUL LUOGO DEL DELITTO?

Indagini a tutto campo per far luce sull’omicidio di Carmela “Melania” Rea, uccisa tra i monti della Laga, al Chiosco della Pineta in Via Caserma a Civitella del Tronto. La procura potrebbe iscrivere nell’elenco degli indagati i primi nomi per consentire la difesa e le procedure previste per legge in materia di riscontri probatori irripetibili. Si indaga in famiglia, parenti, conoscenti vicini e lontani. Melania non era molto conosciuta da queste parti e la coppia con la figlioletta si era trasferita a Folignano solo 3 anni fa e stava per ripartire. Ieri c’è stato anche l’appello della famiglia a chi ha visto di farsi avanti e parlare. Oggi sono proseguite le ricerche dell’arma del delitto. Si sono cercati anche degli indumenti sporchi di sangue lungo la la strada che costeggia il bosco. C’è attesa anche per i risultati dell’autopsia che potranno circoscrivere l’ora del decesso. Ma il tutto potrebbe anche durare mesi, dice il Comandante dei Carabinieri Alessandro Patrizio che vuole evitare di comparire davanti alle telecamere. Oggi le ricerche si sono concentrate al Pianoro di San Marco, dove il procuratore di Ascoli Umberto Monti ha voluto sentire gli abitanti del posto. Ci si innamora sempre di una tesi – dice il comandante dei Carabinieri Patrizio – ma le ipotesi sono tutte aperte ancora – Incerti ancora il luogo e l’ora del delitto, il contenuto della siringa trovata sul seno, appare chiaro il movente perché i colpi fanno propendere per un delitto passionale. Qui sul Chiosco della Pineta ci sono più di 100 coltellate andate a vuoto. “Se fosse stato l’assassino – chiediamo al comandante dei carabinieri, non ci dovrebbero essere anche delle tracce di sangue? – “No – ci risponde “basti pensare che l’assassino abbia tenuto bloccata la donna con una mano mentre con l’altra ha colpito nel legno per impaurirla, ancora prima di accoltellarla”. Per ora sono proprio questi pezzetti di legno, i reperti che dovrebbero portare la firma dell’omicida. Il quale, secondo il procuratore Umberto Monti potrebbe essersi tradito tornando per una seconda volta sul luogo del delitto.

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