OMICIDIO REA. INVESTIGATORI SEMPRE PIU’ CONVINTI CHE MELANIA CONOSCESSE BENE CHI L’HA UCCISA

reaSarà una settimana decisiva per le indagini sull’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne di Somma Vesuviana uccisa nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella, nel Teramano, con 35 coltellate. Il pool di investigatori sono sempre più convinti che l’assassino della giovane mamma napoletana, moglie, figlia e sorella di militari, sia una persona che Melania conosceva bene. Il cerchio si stringe per il vedovo di Melania, Salvatore Parolisi, istruttore dell’esercito in servizio nella caserma di Ascoli Piceno. Sono venute pian piano alla luce, nonostante l’iniziale reticenza del militare, le scappatelle extraconiugali ed in questo fosco quadro si pone anche il ritrovamento del telefonino che Salvatore utilizzava per parlare con la soldatessa Ludovica. I riflettori sono sempre puntati sulla caserma Clementi e soprattutto sulle due soldatesse balzate agli onori delle cronache: Laura Titta, arrestata la scorsa settimana con l’accusa di essere l’autista della camorra e Ludovica Perrone. Si sta cercando di scoprire se le due soldatesse si conoscessero. Sono attesi nei prossimi giorni i risultati definitivi delle due autopsie effettuate sul corpo di Melania dall’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, che potrebbero chiarire definitivamente dove è stata uccisa la donna ed a che ora è stata assassinata. Da indiscrezioni delle ultime ore sarebbe emerso che Melania è morta nel bosco di Ripe di Civitella, dove è stato trovato il cadavere. L’inchiesta in questo caso passerebbe dalla procura di Ascoli Piceno a quella di Teramo.

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