NONOSTANTE I “GUFI”, A CIVITANOVA IL TURISMO HA FATTO CENTRO

image155“In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più” cantavano i Righeira e l’immagine delle sdraio fuori dagli chalet si ripete ogni anno. Scatti e diapositive un po’ malinconiche che però quest’anno possono invece essere di grande sollievo per gli operatori del turismo. Nonostante infatti una stagione non eccezionale dal punto di vista meteorologico, in controtendenza nazionale, Civitanova registra un aumento di arrivi e presenze. Un dato su cui riflettere. Sia per capirne le ragioni sia per tentare di migliorare ciò che di buono è stato fatto. I dati raccolti dagli albergatori parlano di un +7% di arrivi e +3,5% di presenze. E non è poco per una Regione, Le Marche, ancora poco inserita nei grandi circuiti turistici di massa e per una città Civitanova, che a sua volta non vanta il mare del Conero o non può far leva su un turismo religioso come Loreto o artistico come Urbino e Ascoli. E allora perchè i turisti hanno scelto Civitanova? Una domanda che può dire molto alla politica su come orientare la propria programmazione, sulle provenienze di questo flusso di persone che scelgono la città per una serie di ragioni, magari perchè di passaggio, magari per l’enogastronomia o perchè semplicemente ne hanno sentito parlare da qualche parte. Occorre però uno sforzo in più, anche da chi crede che debba essere questa la vocazione della città, in particolar modo operatori, alberghieri e addetti ai lavori. Serve collaborazione e la volontà di credere davvero in un progetto comune. +7% di arrivi è un dato clamoroso: basta confrontarlo con quello di altre regioni e con il dato nazionale in calo in quanto a presenze dell’1%. Ad esempio Rimini che sicuramente ha ancora molto da insegnare in termini di turismo nel mese di luglio accumula solo un +1,6% negli arrivi e +0,6% nelle presenze. E forse uno sforzo ancora maggiore devono farlo i civitanovesi stessi, per indole molto più portati alla critica feroce che costruttiva. Civitanova piace, non solo a chi qui è nato e vive, e allora forse, nell’interesse di tutti, è più utile condividere un successo della città e che quindi appartiene a tutti, piuttosto che demonizzare ogni volta dati e statistiche e contro chi ogni volta gufa sventure che per fortuna non vengono.

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