Come aveva chiesto lui stesso, non c’é stata alcuna cerimonia nel cimitero di Recanati al momento della sepoltura della salma di Lucio Magri, giunta dalla Svizzera, dove il fondatore del Manifesto è morto il 28 novembre con un suicidio assistito. Ma ad attenderlo c’erano una cerchia di amici e oltre 150 persone. Unica formalità, la lettura dell’ultima lettera in cui Lucio Magri saluta tutti e spiega le motivazioni del suo gesto, legate alla morte dell’amatissima moglie Mara Caltagirone, un’insegnante originaria di Macerata, e al completamento del libro “Il sarto di Ulm” che costituisce il suo testamento politico-letterario. La tomba si trova nella parte storica del cimitero, a circa cinquanta metri da quella di Giacomo Brodolini, il ministro socialista padre dello Statuto dei Lavoratori.