NELLE MARCHE VERSO STOP A MONOGRUPPI, MA I CONSIGLIERI DEI GRUPPI BONSAI RIVENDICANO LA PROPRIA POSIZIONE

consiglio-regionaleStop a monogruppi di un solo consigliere e ai minigruppi di due nell’Assemblea legislativa delle Marche. Lo prevede una proposta di regolamento da tempo all’esame della commissione competente e che dovrebbe essere approvata entro la fine di questa legislatura per entrare in vigore nella prossima. In sostanza, con le nuove regole, ogni gruppo consiliare dovrà avere un minimo di tre componenti, altrimenti i consiglieri dovranno confluire nel gruppo misto, mantenendo la propria autonomia e i propri simboli. Attualmente i monogruppi sono ben 9 (e 2 quelli di due consiglieri), un “primato” che viene spesso citato in questi giorni dai commentatori politici, anche se l’Assemblea legislativa marchigiana complessivamente è “parsimoniosa” come dice il presidente Vittoriano Solazzi, e in genere si trova in buone posizioni nelle classifiche di virtuosità.    I monogruppi erano 7 all’indomani delle e lezioni del 2010, ma sono cresciuti per vicende varie. I consiglieri dei gruppi ‘bonsai’ però non ci stanno a fare la figura della macchia sull’immagine complessivamente positiva del consiglio regionale. Rivendicano la propria posizione in primis quelli che sono stati eletti: ingiusto e impossibile “punire” la volontà degli elettori. “Io – chiosa Raffaele Bucciarelli (Federazione della Sinistra), ex presidente del consiglio regionale – rappresento addirittura due partiti: Pdci e Rifondazione”. Erminio Marinelli (Per le Marche) sottolinea che il suo gruppo è nato per portare avanti il programma della coalizione di centro destra di cui era candidato presidente. Per la trasparenza Adriano Cardogna (Verdi) fa notare che il bilancio del suo gruppo è pubblicato da tempo sul sito web dell’Assemblea legislativa delle Marche. Secondo Massimo Binci (Sel), “si può ancora tagliare sulle spese”: per dare una sforbiciata ai conti del consiglio regionale, “basterebbe eliminare il contributo fisso ai gruppi, lasciando quello ai singoli consiglieri”.  “Io sono rimasto solo non per mia volontà – precisa Roberto Zaffini (Lega Nord Padania) – ma per una vicenda politica che ho subito”, cioé l’espulsione dal Carroccio del suo ex collega di partito Enzo Marangoni. Il quale ha fondato il gruppo “Popolo e territorio” e sostiene che le tante sigle “sono espressione di democrazia e pluralismo. Ognuno di noi monogruppi costa circa 12.000 euro l’anno all’Assemblea legislativa, niente in confronto ai milioni elargiti con leggi ad hoc agli amici e ai compagni di merende dei partiti maggiori”. Giancarlo D’Anna è uscito dal Pdl e si trova in splendida solitudine nel gruppo misto: “mi sono sempre battuto per ridurre i costi della politica ed eliminare gli sprechi. Il gruppo misto c’é da tanto tempo: in passato ne hanno fatto parte Sergio  Novelli, uscito da An, e Cristina Cecchini, in rotta con Rifondazione comunista”. Insomma, se si vuole risparmiare si può fare da subito.

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