Si riaprono le indagini, cambiano giudice e Pm ed il caso viene assegnato al magistrato Stefano Lanari. Quello che accadde il 28 giugno del 2006, comunque, non fu un’imprudenza del trentaquattrenne capotecnico di Chiaravalle, Daniele Maiolatesi, travolto da un treno, mentre lavorava con una macchina livellatrice su un binario di confluenza vicino alla stazione di Civitanova. Per la sua morte, il giudice Giovanni Manzoni ieri ha condannato a 7 mesi di reclusione, per omicidio colposo, l’ingegnere Enrico Lombardi, di Chiaravalle. L’accusa contro l’uomo si rifarebbe alle dichiarazioni che rilasciò alla polizia subito dopo l’incidente. Lombardi non avrebbe interrotto il transito sul binario vicino, quando non ne aveva la facoltà, non sarebbero dunque state rispettate le misure di sicurezza previste. Non c’era infatti un lato scarpata, dove poter scendere dal macchinario in cui stava lavorando Maiolatesi ma c’erano due binari adiacenti, troppo vicini tra loro. Il cantiere non era segnalato né era stato interrotto il binario adiacente e non era previsto un uomo a terra per l’avvistamento del treno. Le Ferrovie dello Stato, dopo l’incidente, hanno integrato la carta di valutazione dei rischi, iscrivendo l’obbligo, in mancanza di misure di sicurezza adeguate, di interrompere la corsa del binario attivo. Sul cantiere la responsabilità della vigilanza e del controllo delle norme per il giudice era del capo tronco Lombardi, ora condannato. Il caso però non si chiude qui.