MONTANINI SFERZA LA PIAZZA DI CIVITANOVA

image110Essendo un fermano doc, come si definisce, a molti di noi è già capitato di ascoltarlo dal vivo in giro per locali della zona o proprio a Civitanova. La curiosità di vedere come avrebbe gestito la piazza principale della nostra città era alta. Giorgio Montanini non risparmia nessuno. Il gruppo Satiriasi, di cui fa parte, è conosciuto per la provocazione, per la schiettezza delle battute, per l’audacia dei temi spesso scabrosi.
Coraggioso lo sponsor della serata che ha investito su uno spettacolo convenzionalmente per adulti a cui hanno partecipato in tanti, giovani, famiglie, bambini.
Due apripista Francesco Capodaglio e Filippo Giardina che rispettano perfettamente lo stile satiriasi in taglio stand-up comedy: sesso, sessismo, e divertimento sguaiato garantito.
Giardina è sembrato più al passo con i tempi e alla struttura base ha aggiunto la critica alla rete, una versione comica ed esilarante delle teorie antifacebook di Bauman, giusto per citare uno dei prossimi ospiti di Futura Festival.
La piazza nel frattempo si è riempita, il pubblico è caldo con l’orecchio predisposto alla parolaccia ed è la volta dell’ospite più atteso, ormai personaggio televisivo riconosciuto dopo il successo di “Nemico pubblico”, Giorgio Montanini.
Intanto bella soddisfazione per lui che sicuramente di gavetta ne ha fatta tanta e come ha raccontato ha dovuto subire la classica poca attenzione verso chi vive di questo lavoro, vedere la piazza stracolma con tutti lì attenti a pendere dalla sue labbra, tanto che preferisce non avere la luce sul pubblico. Quello che si coglie subito dal suo monologo è una crescita autorale, i temi classici sono utilizzati ma marginali, preferisce concentrarsi su aspetti e comportamenti della società che lo rendono più sferzante, più sarcastico: razzismo, evasione fiscale, puritanesimo.
Ci fa guardare in noi stessi con una risata e allora ci scopriamo tutti, più o meno inconsapevolmente, tolleranti verso un evasore di 80 milioni di euro quale è stato Valentino Rossi, tutti più o meno razzisti frustrati, tutti più o meno senza passioni e con desideri taciuti.
Si sente forte il filtro televisivo che censura parole, temi ma stimola a una ricerca e a una varietà che dal vivo appare come un valore aggiunto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *