La svolta che si fiutava nell’aria da giorni è arrivata con la richiesta d’arresto di Salvatore Parolisi. Secondo i suoi avvocati, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, Melania sarebbe stata uccisa da una donna, perché è femminile il codice genetico trovato sotto l’unghia del suo anulare sinistro. Sono stati i risultati delle analisi, consegnate nei giorni scorsi agli inquirenti dall’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, a dare al caso l’accelerazione che ci si aspettava. Oltre al dna trovato sull’unghia però, c’era anche quello sulle labbra e le gengive di Melania. E’ il dna del marito, Salvatore. La traccia che inchioderebbe il caporalmaggiore sarebbe proprio questa. Le sue tracce sulla bocca della moglie, lasciate poco prima che morisse. Salvatore dunque baciò la moglie, subito prima della morte. Questa è l’ipotesi del medico legale. Il dna trovato sotto l’unghia dell’anulare sinistro rafforzerebbe l’ipotesi che una donna le abbia sfilato l’anello di fidanzamento, trovato poi vicino al cadavere. La teoria che nell’omicidio possa esserci stato un complice, sarebbe accennata nella richiesta di arresto del caporalmaggiore. La dinamica dell’omicidio di Melania ora è chiara. Era al Chiosco della Pineta, tra i monti della Laga, Melania quel 18 aprile. Aveva appena espletato un bisogno fisiologico ed aveva pantaloni, collant e slip abbassati alla caviglia, quando qualcuno ha tentato di “scannarla” senza riuscirci e l’ha finita a terra, con una serie di colpi inferti a ripetizione. A quasi due giorni dall’accaduto poi, l’assassino o qualcun altro tornò sul luogo del delitto. Colpì il cadavere con un’arma diversa dalla prima. Scostò le mani che Melania aveva riunite sul petto, per difendersi dai colpi mortali ed affondò sul cadavere questa seconda arma. Sarà ora al gip di Ascoli Piceno, Carlo Calvaresi a decidere sulla richiesta di arresto per Parolisi, attualmente in servizio alla Caserma Clementi di Ascoli Piceno.
