MARTEDÍ DELL’ARTE DA PAPETTI UN OMAGGIO A MANTEGNA

Ancora una bella lezione d’arte da parte del prof. Stefano Papetti in occasione dei Martedì dell’Arte di questa settimana, che ha visto la sala consiliare della sede municipale gremitissima , ennesima testimonianza della larga accoglienza che la manifestazione ideata e portata avanti da Anna Donati ha trovato in città fra tante persone, non tutte cultrici d’arte, ma attratte dalla raffinata e colta preparazione artistica del notissimo critico ascolano.
Impossibile sintetizzare l’ampia illustrazione fatta da Papetti in merito all’attività pittorica di Andrea Mantegna, nato a Isola di Cartuto, nei pressi di Padova nel 1431, da un’umile famiglia, poi divenuto uno fra i più grandi artisti rinascimentali, per cui cercheremo di riportare alcuni passaggi della sua vita e opere, più che altro del lungo periodo trascorso a Mantova, nella sua veste di pittore di corte del famoso casato dei Gonzaga, a cominciare dal duca Ludovico (1412-1478), che lo accolse nella sua sontuosa residenza, e che successivamente i figli Federico, che regnò per soli sei anni, e Francesco, confermarono fino alla sua morte che avvenne a Mantova nel 1506.
Papetti si è soffermato a lungo su alcune opere del pittore padovano, attraverso la proiezione di diapositive, illustrandole minuziosamente, fra le quali l’affresco realizzato nella famosa “Camera degli sposi”, “che altro non era – ha detto Papetti – un ambiente di ricevimento ufficiale”, del Castello di San Giorgio di Mantova. realizzato tra il 1465 e il 1474, e la simbologia dei suoi particolari. Quindi, un susseguirsi di annotazioni artistiche e di opere come quella riguardante
il capolavoro del Mantegna, come ci è sembrato di capire, e cioè il “Cristo morto” (noto anche come Lamento sul Cristo morto o Cristo morto e tre dolenti), tempera su tela conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. Le spiegazioni del relatore sono servite per comprendere l’estrema bellezza dell’opera per il vertiginoso scorcio prospettico della figura del Cristo disteso.
Altre opere proiettate con le slide e attentamente illustrate con una serie di annotazioni, come “La pala della vittoria”, grande tempera su tela realizzata dal Mantegna nel 1496 come ex voto di Francesco II Gonzaga dopo la vittoria di Fornovo, conservata al Museo del Louvre a Parigi e il “Battesimo di Cristo”, una tempera databile al 1506 circa e conservato nella cappella funebre del Mantegna nella basilica di Sant’Andrea a Mantova. Riferendosi a quest’ultima opera, Papetti ha sostenuto che “Il Battesimo di Cristo – ha detto testualmente Papetti – rappresenta il testamento spirituale del grande artista che in vita non ha avuto quei riconoscimenti ottenuti dopo la sua morte e quindi postumi”.
Nella ricca esposizione di opere del pittore padovano, anche una serie di volti di personaggi famosi e “a tale proposito – come ha sottolineato il relatore – non va ignorato che il Mantegna è stato soprattutto un raffinatissimo ritrattista, per cui i suoi personaggi sono di una straordinaria verosimiglianza, tecnica, acquisita in parte, dai pittori delle Fiandre”.
Ci sarebbe tanto da dire sulla bella lezione di Papetti sul Mantegna, il suo rapporto pittorico con l’altro grande pittore di quel straordinario periodo, qual è stato Giovanni Bellini, nientemeno che fratello della moglie di Mantegna, il difficile rapporto con l’autorevolissima nobildonna Isabella d’Este, moglie del duca Francesco Gonzaga, che aveva una profonda stima non tanto del Mantegna, ma dell’urbinate Raffaello Sanzio.
Un’occasione perciò del ricco programma dei “Martedì dell’Arte” che ha consentito a tante persone, in maggioranza del genere femminile, di conoscere opere di una bellezza straordinaria e anche un piccolo disappunto e cioè che alcune opere del Mantegna si stanno deteriorando e altre sono finite in Inghilterra vendute in un momento di crisi dei duchi di Mantova, ma di esse ci sono importanti riproduzioni che raccontano la magia pittorica di un grande del nostro passato e quindi una valida opportunità di arricchimento culturale. (Vittorio De Seriis)

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