‘Una manovra d’effetto, piu` di carattere propagandistico che di sostanza’. Questo il giudizio dell’assessore regionale al Demanio e Patrimonio, Pietro Marcolini, sul decreto legislativo relativo al federalismo demaniale da poco approvato dal Parlamento. Un decreto attuativo che stabilisce i principi generali e le procedure per il trasferimento di alcune parti del patrimonio immobiliare dello Stato agli enti locali e che prevede il passaggio alle Regioni dei fiumi, laghi, spiagge, oltre alle caserme militari non piu` in uso. ‘Mi sembra ‘ continua Marcolini – che la montagna abbia partorito un topolino. Sono soltanto 3.200 milioni di euro le risorse trasferibili e il 27% di queste concentrate nel Lazio, il 12% nel Veneto, mentre il patrimonio delle Marche e` stimato in 38 milioni, pari a circa l’1,4% rispetto al criterio tradizionale di riparto attorno al 2,7%. Non abbiamo ancora l’elenco dei beni demaniali che andranno ai Comuni marchigiani ma si sa gia` che lo Stato si tratterra` il 25% del patrimonio e lascera` il 75% ai Comuni per sanare i deficit e per realizzare gli investimenti. C’e` pero` soprattutto una grande confusione su chi gestira` i laghi e i fiumi, anche perche` nelle Marche la gestione e` sovracomunale ed e` questo il nodo critico’. ‘Le Marche ‘ conclude Marcolini ‘ sono perennemente a credito con lo Stato; fanalino di coda nell’attenzione da parte del Governo centrale per quanto riguarda l’assegnazione di risorse. Con tale decreto si relegano i Comuni, le Province e le Regioni al ruolo di gabellieri senza approfondire i problemi gestionali, mentre ci auguriamo che il federalismo vero restituisca la capacita` retributiva alle Regioni e riequilibri le partite dare/avere’.