LULA DICE NO ALL’ESTRADIZIONE E BATTISTI RESTA IN BRASILE

battisti-brasile2Il Brasile non concederà l’estradizione di Cesare Battisti. A dare la notizia il ministro degli Esteri Celso Amorim. L’ex terrorista, detenuto in Brasile dal 2007 e condannato in Italia all’ergastolo per 4 omicidi commessi quando negli anni ’70 era leader dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), nonostante le richieste di Roma non sarà riconsegnato all’Italia. Una decisione che non sorprende più di tanto in quanto già annunciata dal presidente Luiz Inacio Lula Da Silva nell’ultimo giorno del suo mandato ma che scatena una serie di reazioni. Tra le tante quella della Farnesina che ha richiamato a Roma per consultazioni l’ambasciatore italiano in Brasile.
Ad inasprire i toni contribuisce la nota ufficiale letta dal ministro Amorim, secondo cui il governo brasiliano considera “impertinente in particolare nel riferimento personale a Lula” la nota diffusa dal Governo Italiano circa il caso Battisti in cui si sosteneva inaccettabile il no all’estradizione e sosteneva che in caso contrario il presidente brasiliano avrebbe dovuto spiegarlo a tutti gli italiani, parenti delle vittime compresi. Lula si è pronunciato dopo aver esaminato in mattinata il rapporto dell’avvocatura generale e mentre in Italia si attendeva che comunicasse la decisione direttamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi o chiamasse il Quirinale, Amorim, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha fatto sapere che Lula non si metterà in contatto con le autorità italiane. Ha anche affermato di non credere che le decisioni di Brasilia su Battisti possano pregiudicare i rapporti con l’Italia. Un portavoce del governo a Brasilia citato dalla stampa brasiliana ha spiegato inoltre che Battisti non resterà nel paese in qualità di rifugiato, ma di semplice immigrato e che la data della sua scarcerazione dipenderà dalle scelte del Supremo Tribunale Federale, ma arriverà comunque al più tardi a febbraio.
Il ministro Frattini giudica inaccettabili le motivazioni ed esprime sconcerto per la decisione, “insolita rispetto alla stessa prassi istituzionale brasiliana, che contraddice i principi fondamentali del diritto e offende i familiari e la memoria delle vittime dei gravissimi atti di violenza commessi da Cesare Battisti. Ancora più incomprensibili agli occhi degli italiani, sono le modalità dell’annuncio e il riferimento nelle motivazioni della decisione “al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti”. Il governo italiano, di tutto per ottenere dalla Corte suprema del Brasile una revisione della decisione del presidente Lula e si muoverà subito anche sul nuovo presidente Dilma Rousseff, che si insedierà domani a Brasilia

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