Capitano di una squadra di voltagabbana e opportunisti, sta abbarbicato a due caravanserragli Ciarapica: uno della Lega Volli, l’altro della Lega Volley. Testè laureato campione nella specialità del salto sul carro (carroccio) del vincitore, si è infilato la felpa e, viatico a un futuro da sovranista de noantri, s’è scattato un selfie con il ministro Selfini davanti a un negozio di cannabis light, scenario perfetto per venditori di fumo in politica. “La Lega volli”, disse Ciarapica mentre cercava una ruspa su cui salire e la Lega sarà la vacca da mungere per le sue ambizioni regionali e per poltrone da distribuire alla sua truppa di parvenue. C’è un’altra Lega che ha folgorato Ciarapica: la Lega Volley. Da sindaco s’è scoperto appassionato di pallavolo. Prima palpitava solo per la Civitanovese Calcio ma, incassati i voti degli ultras, ha lasciato la curva per accomodarsi sulle tribune del palas e allo stadio non si è visto più, manco per i play off Promozione. Aveva disertato pure i play off scudetto della Lube, avendo già scommesso sulla vittoria di Perugia. Poi è arrivato il Tricolore e si è accorto dell’esistenza della Lega Volley. Dalle accuse alla Lube di essere una sanguisuga di risorse civitanovesi (palas), bollata come prodotto treiese e non costiero, di sangue biancorosso e non rossoblù, è passato con disinvoltura all’affaccio sul balcone del Comune dietro a un manifesto celebrativo dello Scudetto. Sorriso giubilante e dito alzato in segno di vittoria per i trofei conquistati (Tricolore e Champions), lui che nemmeno un dito ha mosso per il palas, impegnato com’era, mani e piedi, ad affossarlo.
Di Robespierre