LO SCRITTORE MARCELLO FOIS INCANTA MACERATA

Non è stata una semplice presentazione di un libro ma semmai è stato come sedere in un “castello” punto di dominio ed osservazioni del mondo o citando Kafka è stato come entrare in una dimensione dai molti ingressi come la vita. È l’incontro tenutosi domenica 26 gennaio con lo scrittore, commediatore, e sceneggiatore Marcello Fois nella suggestiva e preziosa cornice del Teatro della Filarmonica di Macerata nell’ ambito del piccolo festival invernale dal nome ” I giorni della Merla” a cura di Loredana Lipperini e Lucia Tancredi.
Già, perché lo scrittore sardo, originario della Barbagia uomo che si definisce invernale (cosa tra l’altro originale ed insolita per un’ isolano) in realtà nell’incontro di domenica lascia non pochi spunti di riflessione alla platea gremita del teatro, dimostrando nel suo intervento la la grande utilità e attualità di grandi della letteratura come Dante, Manzoni, Leopardi, la saggezza di Sciascia, la concretezza di Macchiavelli ma soprattutto l’ intervista appassionata e originale di Fois diventa l’occasione per parlare del ruolo della letteratura e del ruolo dell’ intellettuale oggi nella moderna società.
La letteratura, l’istruzione ai giorni nostri non devono essere interpretate (come generalmente accade) come qualcosa che debbono intrattenere, divertire. Si confondono oggi nella musica, nell’arte come nella scrittura i concetti dell’intrattenimento con quello dell’istruzione.
I Promessi Sposi ad esempio possono non piacere ad un adolescente dei nostri giorni ma é indiscutibile che quel romanzo immortale ed intramontabile racchiuda in sé sentimenti, riflessioni, considerazioni che sono utili nella vita del ragazzo che diventerà un adulto domani e che in quanto tale dovrà affrontare l’arduo compito di vivere. La letteratura come le diverse manifestazioni dell’arte e della bellezza hanno un qualcosa di intramontabile , di immortale che vanno oltre il tempo stesso della vita. Pensiamo al testo dell’infinito di Leopardi ma anche ad una sinfonia di Mozart.
Testi insuperati giunti ad ogni confine del mondo , resilienti ed intramontabili.
Pensiamo ad un brano di Mozart che rimane bello anche se suonato male da un bambino alle prime armi con uno strumento musicale.
Pensiamo all’ infinito di Leopardi, agli interrogativi del poeta romantico per eccellenza.
Anche Leopardi ad esempio trattava il tema dell’amicizia, questo sentimento senza regole, senza controlli, senza doveri, senza contropartite.
L’amicizia è il tema trattato anche nel libro di Marcello Fois dal titolo “Pietro e Paolo”. L’amicizia dunque: può resistere a tutto? Può superare le disuguaglianze sociali, le diversità di cultura, di estrazione sociale? Può resistere ad una società che fa fatica a resistere? Leopardi parlava di illusioni…per Marcello Fois l’amicizia è un atto di fede, un po’ come la fede stessa. Non si può provare ma essa esiste finché tu hai fede alimentando l’ amicizia stessa con la fiducia e la fedeltà. ” Pietro e Paolo” i personaggi del libro di Marcello Fois alle prese con l’ esperienza atroce del promo conflitto mondiale sono due amici eppure sono molto diversi l’uno dall’altro : uno figlio di un servo, l’altro figlio di un padrone, l’uno che si fa forza sull’esperienza, l’altro che illumina il suo percorso esistenziale attraverso la conoscenza, il sapere. Eppure in quel libro troviamo la frase: ” Li Pietro sapeva cose che Paolo ignorava” a testimonianza di una complementarietà e di un’ amicizia che resiste e si consolida nella diversità.
La letteratura si sa che combina il pratico e l’esoterico. Per Marcello Fois bisogna smetterla di considerarla nel pratico. Non è vero che non si trova il tempo di leggere perché indaffarati da tante cose pratiche ma semmai trovando il tempo di leggere possiamo fare bene e meglio le cose pratiche che apparentemente non hanno a che fare con la lettura, l’istruzione, la cultura.
” Se l’ignorante pensa di finire le sue competenze solo con lo sguardo è come se andasse con un casco di vetro ad una guerra di sassi È una protezione fragile che non ti da’ quella forza di chi indossa l’uomo del proprio senso critico e dell’auto consapevolezza.” Questa una citazione che Marcello Fois regala al suo pubblico.
Dunque il passato non è solo passato ma in esso la letteratura, la conoscenza e la storia ci danno strumenti di analisi e comprensione del nostro io, del nostro cammino, del nostro presente e ci rendono persone più forti, meglio protette dall’intemperie della vita, persone migliori. Dunque l’istruzione serve a conoscere e a capire , non ad intrattenere e magari non sempre può divertire ma di certo costituisce una grande ricchezza.
L’intellettuale oggi è impopolare. É tra coloro che non gareggiano per accaparrarsi i like dei social network. È colui che che come ricorda Macchiavelli ” al massimo può rovesciare zolle” ma come ci ricorda Sciascia al tempo stesso rovesciando le zolle, l’ intellettuale apporta punti di vista sconosciuti saperi che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra per sempre.
Lo scrittore in fondo non è solo una persona che scrive bene ma un professionista che attraverso lo strumento della scrittura comunica quello che le persone pensano ma non riescono ad esprimere ovvero è anche colui che scrive ciò che un uomo semplice non saeebbe mai stato capace di pensare.
L’ intellettuale è un fondista che fa un percorso di fondo e che lascia i velocisti senza fiato indietro perché portatore di un punto di vista illuminante, in un cammino insidioso, poco popolare eppure prezioso in quanto capace nel tempo di far progredire l’umanità.
E c’è un ruolo della letteratura che è immortale che supera le bassezze umane, che supera la mortalità stessa della vita E’ la letteratura che é Resistenza niente di più attuale, prezioso e necessario nel nostro vivere moderno.
Di Antonella Sglavo

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