LO PSICOLOGO RISPONDE: LE MORTI DEL SABATO SERA

stragiSempre più di frequente si coglie nei discorsi degli adulti la fatica a comprendere i comportamenti e gli atteggiamenti delle nuove generazioni. In molti giovani c’è un modo di essere al mondo, di affrontare la vita, che genera sconcerto. A me sembra che, le perplessità degli adulti colga un vero “lembo di reale” del disagio adolescenziale. Un ‘reale’ che ha a che fare con la difficoltà dei giovani a far fronte ad una spinta autodistruttiva. Spinta ad andare al di là del principio di piacere, ad avventurarsi per sentieri al termine dei quali, invece di trovare qualche cosa che li riconcili con se stessi e con la propria esistenza, capiscono di aver giocato con la propria vita. Anzi, di aver giocato contro la propria vita. Questa deriva del comportamento giovanile si rivela, anche in modo drammatico, nella ricerca di un piacere che non tarda a mostrare il suo volto nocivo. Volto che si manifesta non soltanto in comportamenti che in modo palese rappresentano una scelta autolesionista, ma anche attraverso accadimenti che apparentemente sembrano essere soltanto frutto del destino, di un destino tragico. In questo senso non è un esercizio inutile soffermarsi a riflettere sulle cosiddette “morti del sabato sera”. Morti provocate dall’incoscienza di un gesto che vorrebbe trarre piacere dall’abitare una ‘sospensione’ spazio-temporale capace di allontanare, ancora per qualche istante, il ritorno al deserto di noia e monotonia che torna a fare capolino al primo albeggiare. Rubando le parole a Rilke si potrebbe affermare che si tratta di una sospensione in cui si incontrano e si confondono il regno della vita e quello della morte. Tante vite perse lungo le strade sono lì a testimoniarci che la moltiplicazione di effimeri orizzonti edonistici presto o tardi svela il suo velo volto: il nulla che nasconde. E’ proprio questo nulla che alla fine si rivela insopportabile da vedere ed impossibile da colmare. Molti ragazzi fanno davvero tanta fatica a credere che la vita possa regalare “buoni incontri”. Noi adulti così lesti a cogliere il disagio adolescenziale forse faremmo bene ad interrogarci se facciamo abbastanza per mettere al riparo i nostri figli da uno stile di vita che sembra fatto apposta per consumare nel più breve tempo possibile la loro precaria esistenza. Siamo davvero sicuri che la ‘versione’ di desiderio che sorregge le nostre esistenze e che, giorno dopo giorno, trasmettiamo loro possa rappresentare un solido appiglio cui aggrapparsi?

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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