LO PSICOLOGO RISPONDE: L’ABBANDONO DI UN FIGLIO

bambino-abbandonato-fuori-fuoco-146599In Italia, in media, è abbandonato o allontanato dalla propria famiglia un bambino al giorno. Un bambino ogni dieci è un neonato. Il fenomeno dell’abbandono dei neonati e dei bambini piccoli è antico. Per secoli i neonati indesiderati erano lasciati lungo le strade, in aperta campagna, sul greto di un fiume, con scarsissime possibilità di sopravvivenza. La mortalità d’altronde, fino a qualche secolo fa, era molto alta anche per i minori ricoverati negli istituti. All’Ospedale degli Innocenti di Firenze, ad esempio, nella seconda metà del Settecento, due terzi dei 15000 neonati accolti morirono prima di compiere il primo anno di vita. Il ricovero di un minore, di fatto, costituiva una vera e propria deportazione assistenziale. Ancora oggi il fenomeno dell’istituzionalizzazione rimane rilevante, soprattutto in alcuni paesi dell’Est europeo. Cosa può spingere una madre ad abbandonare un figlio appena nato? Dobbiamo prendere in seria considerazione la supposizione che rimanere incinta non è una condizione sufficiente a trasformare una donna in una madre. La gravidanza biologica può non coincidere con quella psichica. La maternità non può essere ridotta all’esperienza della riproduzione, ma deve essere pensata come un evento capace di investire la donna nella sua interezza. Quando siamo dinanzi ad una gravidanza solo biologica è perché la donna, angosciata, rifiuta l’idea di divenire madre. E’ il caso, ad esempio, delle adolescenti che rimangono gravide in seguito ad esperienze sessuali premature frutto, non di un progetto esistenziale, bensì dei dubbi legati alla propria identità femminile. E’ evidente che in questi casi mancando ogni presupposto psicologico per poter affrontare la maternità, la gravidanza può essere vissuta come una vera catastrofe interiore che fa percepire il figlio che sta crescendo nel proprio grembo come un intruso. Se ne negherà l’esistenza in tutti i modi, misconoscendo ogni segno della gestazione. Poi quando la gravidanza non potrà più essere disconosciuta, l’unica soluzione accettabile è, molto spesso, quella di disfarsi del bambino. Gesto che annoda tragicamente l’atto del dare la vita e quello di toglierla. Atto che forse potrebbe essere loro risparmiato se solo fossimo disposti a creare una vera cultura della tolleranza. Una cultura capace di non ‘mortificare’ due esistenze ma disposta ad offrire orizzonti di vita che, quasi certamente, non si incontreranno mai.

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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