REPORT, GLI ATTACCHI NON FINISCONO MAI. LETTERA ANTI-GABANELLI DALL’UOMO DI TREMONTI

reportLe lettere d’amore non s’usano più, ma quelle arrabbiate girano in Rai con grande sentimento. Una in particolare sta facendo battere i cuori di parecchia gente nei corridoi semideserti di viale Mazzini: lettera riservata, assai delicata, scritta da Angelo Maria Petroni, consigliere Rai, al direttore generale Lorenza Lei sul tempestoso dramma Report. Una pena che non trova pace nemmeno dopo la sofferta puntata di settimana scorsa: sì del consiglio d’amministrazione alla copertura legale per il programma di Milena Gabanelli, anche se per un solo punticino. E tutti a dire: è fatta, si parte, a ottobre la messa in onda. Invece, colpo di scena, Petroni non s’arrende. Il consigliere nominato dal ministero delle Finanze, cioè da quel Giulio Tremonti che ha accusato Report di aver intaccato la sua credibilità rivelando dettagli scomodi della sua attività istituzionale e professionale, ha preso carta e penna per dire alla Lei: cara dg, sarà meglio che il tuo ufficio legale esprima subito un parere su quel voto pro tutela, perché c’è il serio pericolo che i consiglieri favorevoli alla copertura si rendano respon-sabili di danneggiare le casse Rai nel caso in cui la Gabanelli dovesse dar fastidio a qualcuno beccandosi una querela o una causa per risarcimento. “A questo punto il consigliere Petroni sia ancora più esplicito – commenta la Gabanelli –. Se la lettera ragiona in questi termini, è meglio dire chiaramente che Report non si deve più fare. Punto e basta. Petroni mettesse in palinsesto un programma sulla foca monaca, o su quello che preferisce lui, purché si smetta di prenderci tutti in giro”. Il punto vero è capire che farà ora Lorenza Lei: darà seguito alla richiesta di Petroni o aiuterà il programma a prendere – tardivamente – il largo? “Ho visto il direttore qualche giorno fa – risponde ancora la Gabanelli –, ci sono alcuni dettagli da definire sul mio contratto e sulla copertura per i collaboratori, ma mi sembrava si fosse avviato un discorso finalmente concreto. Vediamo che succede adesso”.
SE LORENZA Lei dovesse cedere alle richieste di Petroni, la parola passerebbe a Salvatore Lo Giudice, responsabile dell’ufficio legale Rai con delega ai contratti più caldi della stagione: Santoro, Fazio, Dandini, Floris. A Palazzo Chigi, dove Lo Giudice è consulente vantando un’antica amicizia col premier (il padre Enzo era l’avvocato di Bettino Craxi), c’è chi si aspetta un nuovo colpo al patrimonio Rai. Dopo l’addio di Santoro, far fuori un’altra faccia poco amica servirebbe a rinfrancare lo spirito in questi giorni tanto bui: se almeno una tra Gabanelli e Dandini non dovesse passare le forche caudine dell’estate, il bilancio del ricambio a Rai3 avrebbe una bella casella segnata. Lo Giudice conosce bene la materia. Nelle intercettazioni sulla P4 dimostrava grande scioltezza nel maneggiare rapporti al massimo livello, da Bisignani a Masi: che direbbe stavolta, interrogato sui rischi di mandare davvero in onda Report? Certo per un professionista serio sarà dura sostenere l’iperbolica tesi secondo cui i consiglieri sono responsabili per eventuali condanne richiamandosi alla sentenza della Cassazione che, affrontando il caso Meocci (nominato dirigente in palese contrasto con le norme Rai), stabilì il danno erariale a carico degli incauti amministratori del servizio pubblico. Lì furono condannati dalla Corte dei Conti per aver mal gestito la Rai, non per il lavoro – sbagliato – dei loro giornalisti.
LO GIUDICE avrà abbastanza fantasia per seguire la traccia di Petroni? Di certo si è già mostrato un tipo elastico e originale. Mica si offese quando Masi, anziché affidarsi direttamente alle sue cure, chiese a Bisignani di eliminare il problema Santoro preparando adeguati documenti legali. Forse anche stavolta prevarrà lo spirito di gruppo, a meno che la signora Lei non decida di mettere fine alla tragicomica vicenda.

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