Una chiesa e un sagrato stipati, le ambulanze e i mezzi della protezione civile schierati.
La bara esce tra due ali di folla che applaude con gli occhi lucidi, le sirene suonano, i lampeggianti sono accesi. Onori dovuti.
Un uomo che risponde al male con il bene e lo fa per tutta la vita, è un giusto. Un uomo che, senza i colori e la retorica della politica, si dedica al bene comune, alla solidarietà con costanza e abnegazione, è un esempio. Se la vita è una semina, il raccolto che lascia Vincenzo è di quelli da ricordare. Un uomo che con dignità e coraggio affronta per anni la malattia e non si abbatte, non si ripiega, ma ne trae lo stimolo per dedicarsi agli altri è una persona che va celebrata. Un uomo che ha vissuto lo strazio dell’ingiustizia della morte di una figlia (non per una malattia, non per un incidente, ma per la stupidità bestiale di un gruppo di dementi) e non si schianta per questo oltraggio, ma ripaga la comunità con ulteriore impegno, con un ancora più alto senso dell’amore per il prossimo, quest’uomo è un vanto per la sua casa, i suoi familiari, per chi ha potuto pregiarsi della sua amicizia.
Giusto che i suoi cari lo piangano, che la città si fermi, che i concittadini si inchinino.
La sua storia, i suoi meriti sono noti: la Croce Verde come una seconda casa, la Protezione Civile per esserci quando serve. Vincenzo era un uomo pacato ed autorevole, uno che faceva molto, parlava il giusto e sempre chiaramente. Civitanova perde un riferimento, una guida: un uomo nel senso più alto della parola. Questa società così avara di spessore morale, di etica, di generosità; questi anni votati all’apparire, alla vacuità; questi tempi da ‘poco’, abitati da uomini da ‘poco’ hanno necessità di nutrimento valoriale, di sentimenti veri, di anima e di concretezza.
Questa città troppo spesso preda di veleni, ipocrisia, mancanza di comunicazione, ha bisogno di UN’EPICA DELLA BONTA’, ha bisogno di virtù, di esempio. Vincenzo se n’è andato senza arrendersi, lasciando non un messaggio scritto, ma l’esempio scolpito nelle azioni della sua vita. Se ci fermeremo a riflettere, a fare tesoro di lui, non sarà morto, rimarrà con noi come un monito, come una riflessione.
Cerchiamo di essere generosi come lui, solidi come lui, civitanovesi come lui. Non sprechiamo l’esempio che ci ha lasciato. Civitanova ha bisogno di eroi positivi, di storie ‘alte’ da additare ai nostri figli. Troppo spesso il racconto, la cronaca è occupata solo da eroi negativi, solo dal peggio, così anche i mediocri, gli ignavi, si sentono grandi, in pace con se stessi.
Ricordando Vincenzo, invece, possiamo avere una stella polare, avere un riferimento, che può renderci solo migliori.
Che la tristezza non sia disperata Vincenzo, perchè quelli come te sono ‘la luce della terra, il sale del mondo’.