“LE MARCHE NON SONO IL TITANIC, IMPATTO MENO DRAMMATICO RISPETTO AL RESTO DEL PAESE”

image105“Le Marche sono state inserite, da Il Sole 24 Ore, tra le tre regioni, insieme a Liguria e Friuli, che meglio hanno resistito alla crisi, sulla base di una classifica di disagio economico basata su molteplici indicatori di impatto e sofferenze socio economica. Il rapporto Istat sulle esportazioni delle regioni italiane nei primi sei mesi dell’anno, pongono le Marche come prima regione italiana per crescita delle esportazioni, nel primo semestre 2013 ,con un +12,7 con il -0,4 nazionale. Questi fatti, da soli, basterebbe a confutare tutta l’analisi formulata dal Pdl con il solo obiettivo di giustificare un attacco a testa bassa contro il governo regionale. Certamente è facile parlare di crisi in una situazione di crisi mondiale e addossare colpe alla Regione. Nessuno nega che le Marche, come tutto il Paese (anche dove governa il centrodestra: per inciso, la Lombardia ha perso 30 posizioni nella graduatoria Ue sulla competitività) si trovano ad affrontare una fase economica e sociale di grande difficoltà e sofferenza. Ma numerose rilevazioni statistiche e studi evidenziano come, nelle Marche, l’impatto sia stato meno drammatico che in altre realtà italiane. Continuiamo a risultare la regione con il più alto tasso di imprenditorialità in Italia, con la più elevata vocazione produttiva. Lo eravamo prima della crisi, lo siamo anche oggi. Siamo stati premiati come regione più imprenditoriale d’Europa, il Pil pro capite è superiore alla media nazionale, il tasso di disoccupazione inferiore alla media nazionale (quello giovanile permane sensibilmente inferiore al dato nazionale), la bilancia commerciale sempre ampiamente positiva (grazie alla tenuta relativa dell’export, mentre quella del Paese è risultata sempre negativa). Tutto bene, allora? Niente affatto, ma il governo regionale ha saputo fronteggiare una situazione di emergenza produttiva, economica e sociale con grande determinazione e uno sforzo finanziario straordinario per le possibilità attuali di un bilancio regionale. Anche i processi di riforma e di riordino, in corso di attuazione nelle Marche, che vedono il Pdl cavalcare più la contrapposizione che la soluzione dei problemi veri, vengono attuati per liberare nuove risorse da destinare alla resistenza. Le Marche non sono il Titanic. È tutto il Paese a essere in grande difficoltà. Il governo regionale ha ben evidente l’iceberg economico che ha davanti e ha anche dimostrato, con i fatti, di saper ben governare la nave, tenendo saldo il timone nel mare in tempesta”.

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