La vecchia vaporiera “740-284” per anni in sosta nel “tronchino” del primo binario della stazione di Civitanova Marche, è stata collocata in una struttura turistica adiacente la stazione di Morrovalle, su un tratto di binario appositamente realizzato per contenere i suoi venti metri di lunghezza. La definitiva collocazione rende ora possibile attuare un accurato restauro in modo che possa ritornare a mostrare tutte le caratteristiche tecniche, senza ovviamente quel gran vapore che spesso l’avvolgeva e le dava la potenza di traino. Il trasporto è avvenuto via strada in quanto il suo trasferimento su rotaia era divenuto impossibile e dopo tutta una serie di autorizzazioni e con il beneplacito della Sovrintendenza, il trasporto è avvenuto con un particolare e specialissimo carro attrezzi, previo smontaggio di alcune parti come il fumaiolo e la tettoia della cabina dei macchinisti. Ovviamente il tutto sarà messo al suo posto.
Circa un anno mezzo fa le FS di Ancona avevano trovato un acquirente, l’Associazione “Ciclo Stile” di Macerata, e si è trattato più che altro una vendita simbolica, dal momento che il mezzo ferroviario, da decenni in disuso e di conseguenza completamente arrugginito, era divenuto un ingombro di non poco conto. Piuttosto onerosa è stata la spesa per il trasporto.
L’intenzione degli acquirenti, particolarmente meritoria, è stata quella di recuperare un mezzo storico del trasporto ferroviario del nostro territorio e farlo diventare un motivo di richiamo nel percorso ciclo turistico Montecosaro, Morrovalle, Piediripa di Macerata.
La locomotiva del gruppo “740”, del peso di una cinquantina di tonnellate e che su un percorso pianeggiante raggiungeva 65 Km all’ora, è stata, difatti, per decenni, fino agli anni settanta, il mezzo di trazione della linea ferroviaria Civitanova Marche – Albacina (Fabriano), sostituita per il solo traffico viaggiatori dalle automotrici, le cosiddette ALn, i motori delle quali, nel periodo bellico, furono adoperati sui mezzi navali di trasporto.
Due i treni trainati dalle “740” hanno funzionato per decenni sulla linea Civitanova-Fabriano: uno merci, in partenza al mattino, un altro viaggiatori che lasciava la nostra stazione attorno alle 22,30. I loro ritorni avvenivano nel giorno successivo. Tenendo conto delle caratteristiche altimetriche della linea, ovvero i percorsi in salita, impegnativo soprattutto il tratto fra Corridonia e Macerata dove la pendenza è del 34 per mille, il traino massimo consentito era di 130 tonnellate per cui il treno viaggiatori era composto da due carrozze, di cui una mista, cioè con posti di prima e seconda classe, un bagagliaio per il trasporto di pacchi e una carrozza postale, con personale a bordo per il ritiro e la consegna della corrispondenza. Una volta raggiunta Fabriano, dopo circa due ore di viaggio, le carrozze venivano agganciata a un treno “diretto” Ancona-Roma Termini, per cui il “trenino” che partiva dalla nostra città in pratica ci collegava direttamente con la capitale. Si dice che sono stati alcuni parlamentari di Macerata a richiedere il collegamento, ma bisogna anche tener conto che era un collegamento un po’ lento, ma senza cambi. Locomotiva, con tutto quel vapore che produceva, in inverno garantiva anche il riscaldamento: in estate bisognava aprire i finestrini ed era inevitabile fare i conti con una buona dose di fumo.
Nella stazione della nostra città, esisteva poi una “piattaforma girevole”, per cui prima di iniziare il viaggio di ritorno, la vaporiera e il tender venivano separatamente girati e riposizionati con il fumaiolo sempre davanti Il carico di carbone avveniva invece a Fabriano e lungo il percorso, a partire da Civitanova, c’erano delle colonnine idrauliche girevoli, in modo che una volta effettuato il carico di acqua, il braccio si poteva posizionare parallelo al binario.
Ora la vecchia locomotiva, che i ferrovieri chiamavano simpaticamente “Gigia”, avrà un altro ruolo, ma è importante il fatto che potrà raccontare per tanti anni ancora quella che è stata l’origine del trasporto ferroviario, soprattutto all’inizio così pieno di stupore e di fascino (Vittorio De Seriis)
LA VECCHIA LOCOMOTIVA HA LASCIATO LA STAZIONE
