LA TOCCANTE LETTERA DI GIORGIO FELICETTI ALL’AMICA ANNITA

ANNITA…
Annita è da sempre il primo nome che appare, nella rubrica dei miei contatti.
Semplicemente Annita.
Perché Annita è unica.
Per me è stata una seconda madre.
Ma non sono l’unico ad aver avuto questo privilegio, oggi in tanti ci sentiamo orfani.
Ho incontrato Annita grazie a Claudio, suo figlio, e sono stato accolto nella sua casa come un altro figlio.
Perché Annita sapeva accogliere.
Annita ha saputo insegnarmi direzioni precise, nei momenti cruciali della crescita, quando da solo cercavo di dar forma ad una specie di passione civile che volevo coniugare al mio lavoro, alla mia professione, al teatro.
Non ha perso mai un mio spettacolo Annita, mi ha sempre incoraggiato, perché Annita sapeva insegnare.
Ci ha insegnato un rigore assoluto, anche molto impegnativo, ci ha insegnato un senso etico per essere “cittadini” in mezzo agli altri, ci ha insegnato l’amore per la storia, ci ha insegnato soprattutto il valore della memoria, era ben consapevole Annita quanto fosse importante la memoria storica, nella coscienza civile di un popolo: senza memoria non si è popolo, non si è nazione, non si è uomini, non si è donne.
Da interminabili chiacchierate insieme, sono nati alcuni miei spettacoli: CORPO DI GUERRA, MARZO ’44, sull’eccidio di Montalto e sulle gesta di suo padre, il Comandante Nicolò.
Mi forniva tutto, Annita: materiali, articoli, pubblicazioni, libri. Perché Annita regalava libri, a tutti, a me tanti, sempre di storia naturalmente. La sua biblioteca era fornitissima, casa sua è stata un vero luogo di studio.
Mi colpiva la sua abitudine giornaliera di acquistare quattro o cinque quotidiani, ogni giorno. Se cercavi Annita ad una certa ora del mattino potevi sicuro trovarla dal giornalaio in piazza.
Per capire Annita basterebbe un episodio: quando nacque mio figlio, nove anni fa, mi chiese di poterlo vedere, e dopo un paio di settimane, glielo portai, beh non gli regalò mica un peluche o un ninnolo per neonati, no, no…gli regalò un libro: LA COSTITUZIONE SPIEGATA AI BAMBINI!
Era innamorata della Costituzione italiana. Un giorno mentre ero in viaggio in auto, ascoltavo su Radio Tre Rai la trasmissione Farehneit, ad un certo punto sento la sua voce in radio che dal telefono dice che aveva lasciato in regalo in giro per la città alcune copie della Costituzione. Il conduttore le chiede:
– perché signora ha scelto proprio la Costituzione?
– Perché è bella.
Annita era generosa.
E sapeva innamorarsi delle storie.
Era innamorata di un testo teatrale, scritto dal professor Franco Antonicelli: FESTA GRANDE D’APRILE; mi ha chiesto mille volte di rappresentarlo, mi diceva: fammi questo regalo, fallo solo per me. Adesso mi rimane il rammarico di non averla saputa accontentare.
Negli ultimi anni la vedevo stanca, e molto preoccupata per il clima sociale del nostro paese, eppure non smetteva di fare iniziative per i giovani, nelle scuole ed ovunque, per tramandare la memoria. Tra i libri che mi ha regalato, c’è n’è uno prezioso, con sua dedica, che lei considerava la sua Bibbia: “Lettere dei Condannati a morte della Resistenza”. Una lettera in particolare amavamo entrambi, di Pietro Benedetti, un prigioniero che si rivolge ai suoi figli, ne voglio citare un brano perché sembra il testamento di Annita scritto per noi ora qui:

“Miei cari figli,
quando voi potrete forse leggere questo doloroso foglio, forse io non sarò più tra i vivi.
Amatevi l’un l’altro, miei cari, amate vostra madre, e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza.
Amate lo studio e il lavoro.
Una vita onesta è il miglior ornamento di chi vive.
Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili.
Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla.
Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.
Siate umili e disdegnate l’orgoglio, questa fu la religione che seguii nella vita.
Io muoio nella certezza che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto anche per voi.
E questa speranza mi dà la forza di affrontare serenamente la morte.”

Ecco, ora Annita, il testimone passa a noi,
ora tocca a quelli che restano.

Ciao bella, bella ciao!

Giorgio Felicetti

2 risposte

  1. Sauro ha detto:

    Grazie della lettera meravigliosa

  2. A leggere, sembra di averla conosciuta. È per persone così (bello, incontrarle …!) che la terra gira.

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