LA SCOMPARSA DEL PICCOLO JASON: PER IL PERITO I TENTATIVI DI SUICIDIO DEL PADRE ADOTTIVO SAREBBERO SOLO ATTI SIMULATIVI

Sarebbero atti dimostrativi o anche simulazioni i tre tentativi di suicidio messi in atto da Denny Pruscino nel carcere di Marino del Tronto dove è rinchiuso con l’accusa di aver ucciso il figlio adottivo, scomparso nel nulla dal giugno scorso. La conclusione è del perito chiamato dal gip del tribunale ascolano per stabilire se le condizioni psicofisiche di Pruscino siano compatibili co regime carcerario. Lo specialista ritiene che l’uomo possa restare in carcere: i suoi comportamenti e le condizioni psicofisiche generali non evidenzierebbero motivi ostativi alla detenzione. Denny, in carcere da luglio come la moglie Katia Reginella, con l’accusa dell’omicidio volontario del neonato, ha ingerito per due volte della candeggina, mentre al terzo tentativo si è annodato un legaccio al collo. In tutte e tre le occasioni è stato medicato in ospedale e ricondotto in cella.

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