A 70 anni dalla Liberazione del nostro Paese ancora si parla di Memoria condivisa. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia non ha da condividere nulla in fatto di Memoria in quanto ricorda le vittime civili innocenti degli eccidi, i soldati disarmati e trucidati, i partigiani, vivi e morti che hanno lasciato al popolo italiano la più grande delle loro conquiste: un Italia libera e democratica. Agli altri, ai nazisti, spietati e crudeli, e ai fascisti, vestiti spesso con le uniformi degli invasori, che hanno trucidato i loro stessi fratelli, non si deve concedere alcuna memoria. l’ANPI non è e non deve essere un’istituzione politicizzata e uno strumento di una sola parte della politica italiana perchè i partigiani che ci dettero la Libertà avevano tante ideologie politiche diverse ma con la sola idea comune della libertà di professarla. In questo ambito nacque la Costituzione che si cerca di snaturare, cambiare e svuotare.La storia della Resistenza va studiata e raccontata affinchè venga difesa dall’incuria, dagli effetti del revisionismo, del negazionismo o del “rovescismo”. Per questo la democrazia e la pace, valori nati dalla Resistenza, devono essere frutto di pratiche quotidiane e di relazioni tra individui, di cittadinanza attiva, di impegno civile, perche nulla vada dimenticato, perchè la Memoria possa diventare “cosa viva”. Primo Levi disse: “Se moriremo in silenzio, come vogliono i nostri nemici, il mondo non saprà mai di cosa l’uomo è stato capace, di cosa tuttora è capace” ed oggi, dopo le esternazioni davvero inquietanti di politici e di gente comune riguardo gli sbarchi dei migranti o la presenza dei campi nomadi e di accoglienza viene davvero da domandarsi se l’Italia 70 anni fa fu liberata dal nazifascismo.
Cosa è allora Residtenza 2.0 ? un vezzo di un confuso intellettuale ,O la confusione intellettuale di un uomo confuso ?