“Il futuro delle Province è nelle mani di Paola Giorgi” titolavano più o meno allo stesso modo i giornali qualche giorno fa, e quelle mani oggi la Giorgi se le è lavate come prima di lei fece Ponzio Pilato. Un gesto che denota un grande coraggio politico nell’assumere le responsabilità di un voto che sarebbe stato decisivo. In sostanza con la sua scelta di non scegliere la Commissione Affari Istituzionali della Regione Marche non ha trovato l’accordo sulla proposta di riordino (già votata dal Cal) che ora passa all’assemblea legislativa, convocata per domani mattina, con la conferenza dei capigruppo. 3 voti favorevoli e 3 contrari, e la Commissione non ha approvato la scelta del Cal di 4 province salvando così quella di Macerata con buona pace del Presidente Pettinari che aveva già cantato vittoria, con buona pace delle Istituzioni maceratesi e dei rappresentanti Idv che avevano votato a favore della Provincia di Macerata per non farla passare con Ascoli. Un risultato di pareggio che lascia l’amaro in bocca a chi sperava anche nell’Idv in un esito diverso considerando che l’anconetana Giorgi è stata eletta con i voti degli elettori della provincia di Macerata. Nessuna delle sei proposte presentate in Commissione ha dunque avuto la maggioranza. Proposte che erano quella sottoscritta dai consiglieri Ortenzi, Perazzoli (Pd), Romagnoli e Silvetti (Futuro e Libertà), che prevedeva la creazione delle due macroprovince Marche Nord (Pesaro-Urbino e Ancona) e Marche Sud (Macerata, Fermo e Ascoli Piceno). Quella a tre (con l’accorpamento delle province del sud), proposta da Cardogna (Verdi) e dalla Ciriaci (Pdl); quella a 4 circoscrizioni (con l’unione di Fermo e Ascoli Piceno), ipotizzata dal Cal e avallata dalla Giorgi (che l’ha poi ritirata per adesione alla stessa ipotesi del Cal) e Comi, Sciapichetti, Giannini (Pd) e Marconi (Udc); infine, la proposta di Marangoni (Popolo e Territorio) lche prevede nessuna Provincia sul territorio regionale (unica a ricevere 5 voti contrari).
