È una galleria di famiglie particolari, di rapporti contingenti ma anche universali quelli che ci ha offerto con l’incontro che ha aperto gli intensi giorni di RIVE, Festival del Mediterraneo. Sul palco Camilla Ghedini ha divertito il numeroso pubblico della Piazzetta con una provocazione tanto surreale quanto integrante e provvista di una sua intrinseca logica: il ruolo dell’amante come fattore di equilibrio e di coesione interna della coppia. Questo avviene attraverso la riconquistata fiducia di sé e la gratificazione psicologica e sessuale del marito o compagno, essendo la figura maschile quella presa in esame. Umberto Piersanti ha trattato il difficile ruolo di padre di un figlio autistico. Da poeta ha proiettato la figura del figlio in un universo mitico popolato da figure magiche ed ancestrali: ma la durezza del reale ritorna con il tempo a prendere il sopravvento. Se il figlio resterà per sempre figlio non potendo mai assumere il ruolo di padre a sua volta, la madre di Gianna Coletti è una figlia di 90 anni. Difficile è prendersi cura di una vecchia-bambina in cui il tempo ha moltiplicato bizze e umori, che ha l’hanno resa sempre più intrattabile e testarda. Il tutto scritto e raccontato con una forte dose di umorismo spesso confinante nel comico, che non intacca la sostanziale umanità e tenerezza del mondo di Gianna Coletti. Il filosofo Roberto Mancini ha accompagnato gli interventi con una lunga e puntuale analisi della famiglia fra passato-presente e futuro prossimo. Il direttore artistico di RIVE, Giorgio Felicetti ha condotto l’incontro con la verve e l’intelligenza scenica che lo contraddistinguono.
LA FAMIGLIA SECONDO RIVE
