La lunga agonia sportiva di mister Paciotti inizia alle 16 e 20 circa di mercoledì scorso, quando al triplice fischio del fischietto leccese, la Civitanovese rimedia la terza sconfitta consecutiva e sprofonda all’undicesima posizione. Le voci di un esonero in caso di sconfitta erano pressanti e subito l’aria intorno alla squadra si fa bollente. Grida, richiesta di spiegazioni e tanti insulti. Ecco proprio questi che mister Paciotti non meritava, per l’uomo che è stato e il rispetto che ha mostrato verso tutti: tifosi in primis, giornalisti e addetti ai lavori. Un signore del calcio potrebbe essere definito, che ha lasciato la squadra in sordina senza sbattere la porta, ma augurando buon lavoro al successore e mostrando attaccamento verso questi colori. Può aver sbagliato, ha sbagliato sicuramente come tutti d’altronde, ma non meritava gli insulti personali che nulla hanno a che vedere col calcio. Il “ Torna in Romagna nano ” da più persone strillato non può essere giustificato dalla rabbia del dopo gara. Un epiteto razzista che non rende onore ad un mister che prima di essere tale è stato un uomo di calcio. Gli si può rimproverare tutto e il contrario di tutto, ma la sfera personale quella no, va lasciata immacolata e intatta. Su facebook alcuni tifosi hanno voluto rendere omaggio alla sua personalità. C’è chi lo saluta con un: “ SICURO CONTINUERO’ A TIFARE ROSSOBLU’ CONVINTO COME SONO CHE I COLORI RESTANO E I PROTAGONISTI CAMBIANO. MA A TE SIGNORE DEL CALCIO DEVO UN GRAZIE PARTICOLARE PER QUELLO CHE MI HAI DATO IN QUESTI MESI. TANTI AUGURI MISTER ”
Chi preferisce un addio più accorato: “ Ciao mister è vero sono molto deluso dei risultati,sono però convinto che il calcio espresso dalla sua squadra le prime partite qui a Civitanova non si era mai visto;veramente bello e sono ancora più convinto che qualcosa all’interno si è rotto ma cosa non lo so (lei sicuramente saprà). A tutti questi commenti il mister ha risposto con un semplice: “Non mi piace parlare accusando altri degli insuccessi…mi fa piacere che hai notato che la strada era quella giusta. Capirai da solo col tempo quali sono i reali problemi di questa società ”. Il tutto senza alzare la voce o inveire contro chissà chi. Al polisportivo questo pomeriggio Paciotti è tornato a prendere le ultime cose e salutare i vecchi dirigenti, con un lungo dialogo che solamente il tempo saprà dirci cosa ha prodotto. Poi ha salutato i giornalisti e stretto la mano al suo successore. Il tutto ancora una volta nella massima tranquillità e serenità. Dispiaciuto certo, ma convinto che nel calcio l’uomo venga prima del mister. Il suo addio in poche parole lasciate al social network sa di commiato lucido e mai polemico: “ Ormai l’unica cosa che posso dire è forza Citanò. Aiutate questa squadra perché sono sicuro che con la serenità e con qualche correttivo possa fare bene; come ha fatto all’ inizio senza pressioni ”. Questo è stato Massimo Paciotti a Civitanova, forse un allenatore non ritenuto all’altezza della situazione e della piazza, ma sicuramente un signore che se ne è andato senza sbattere la porta.
Di Trementozzi Emanuele