KRUGER E LA PREDISPOSIZIONE ROCK DI CIVITANOVA

Che Civitanova avesse una predisposizione rock lo compresi all’inizio della mia carriera giornalistica. Era il lontano 1973 quando l’allora, come ancora scherzosamente definisco, (ir)responsabile della pagina degli spettacoli del Corriere Adriatico, Pino Scaccia mi mandò a fare l’inviato per un autentico Woodstock italiano, chiamato “3° rassegna musica contemporanea” a fine luglio. Arrivò tutto e di più di ciò che in Italia il rock e dintorni dell’epoca potesse offrire. Nomi come Area, Banco, New Trolls, PFM e Perigeo. Ma anche l’allora alternativo plotone dei cantautori italiani con De Gregori, Cocciante, Bennato, Baglioni, Venditti e Battiato.

Ora nel nuovo millennio, fatte le opportune prove risulta che grazie all’Arena del Mare che, recentemente, uno staff di un potente managment dedito proprio al reclutamento di importanti gruppi internazionali ha testualmente definito “un posto inusuale e bello” sembra aver una vocazione particolare. Idem il giudizio tecnico di alcuni osservatori di un importante festival del centro Italia. Goran Bregovic lo scorso anno e Jethro Tull quest’anno hanno testato in maniera brillante lo spazio. Insomma si potrebbe operare in maniera professionale ad un progetto per creare un importante punto di ritrovo per eventi internazionali capaci di attrarre oltre che il centro Italia anche l’intera costa adriatica. Qualcosa che sappia esprimersi fuori dal pericolo dell’autoreferenzialità. Spazio insomma a competenze in grado di aggregare pubblico e privato, coinvolgendo anche la filiera della musica che il nostro territorio ben esprime. E da non sottovalutare un esercito di pacifici militanti giovani e meno giovani che hanno voglia di assistere a raduni musicali di qualità, pronti ad esserci.
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