Si torna a parlare del sito inquinato del basso Chienti a Civitanova grazie all’arrivo, questa mattina, dei componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta che si occupa di illeciti ambientali e attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Una ferita ventennale che ha costretto all’emergenza idrica e che è ancora aperta per cinque Comuni e due Province che chiedono un nuovo approfondimento sul Sir (sito inquinato regionale) che si estende su un’area di 26 chilometri quadrati. Una vicenda che “urla rabbia” e che va risolta per la tutela della salute pubblica, come ha sottolineato l’assessore all’Ambiente del Comune di Civitanova Cristiana Cecchetti, che ha accolto la delegazione insieme al sindaco Tommaso Claudio Corvatta, al vicesindaco Giulio Silenzi e alla Giunta comunale.
Dopo l’iniziale sopralluogo sull’area fluviale, si è svolto l’incontro pubblico nella sala consiliare del Comune, alla quale hanno partecipato i referenti delle province di Macerata e Fermo, e dei comuni di Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare e le associazioni ambientaliste del territorio.
Dopo le parole del Primo cittadino Corvatta, che ha aperto l’incontro, e la relazione introduttiva del presidente della Commissione Bratti, Gianni Corvatta dell’Arpa ha riepilogato venti anni di analisi sul suolo e sottosuolo, sulle sponde del fiume e in un tratto di zona marina, a seguito dell’inquinamento da tricloretano riconosciuto nel 1991, ma probabilmente antecedente. “Il piano di caratterizzazione effettuato – ha detto il tecnico – è molto dettagliato, ma oggi c’è la necessità di un nuovo monitoraggio perché la zona va riperimetrata (è più ristretta) ed è meno inquinata. La situazione è quindi migliorata perché non si sono verificati altri sversamenti in falda, non vengono più usati i solventi del passato e molte aziende si sono dotate di sistemi di bonifica”.
Il punto centrale quindi resta quello dei finanziamenti che hanno subìto una battuta d’arresto, nonostante ci fosse un primo Accordo di programma con Regione e Ministero proposto dall’allora Presidente della Provincia Silenzi. In aula, nel ruolo di assessore del Comune, Silenzi ha rivendicato la validità di quel progetto preliminare redatto ad un costo di 3 milioni e mezzo di euro, ma poi lievitato ad oltre 10 milioni, per cause da accertarsi, con la successiva e diversa Presidenza maceratese e quindi bocciato a Roma.
L’unica strada da percorrere per molti dei presenti è redigere il progetto definitivo unificato, in accordo con la Regione (la cui Giunta non si è ancora insediata ndr) che deve essere l’ente capofila. I Comuni, ai quali nel frattempo è passata la competenza, non hanno infatti le risorse per procedere singolarmente al risanamento ambientale, in quanto paralizzati dal rispetto del Patto di stabilità che impedisce l’accensione di mutui. Concetto ribadito dal sindaco di Montecosaro. “Chiediamo al Governo – ha detto Malaisi – di mettere i comuni nelle condizioni di poter accedere ad un finanziamento e solo così ogni ente locale potrà fare la sua parte. Di analisi ne sono state fatte tante, ma sono inutili se non si trovano i soldi necessari per agire”.
Attualmente il sito è stato declassato ed è diventato di interesse regionale e non più nazionale, un provvedimento che non è stato impugnato dalla Regione Marche. “La normativa attuale – ha commentato il presidente Pettinari – va assolutamente rivista perché la gestione della bonifica deve essere unitaria e non dei singoli comuni e deve essere la Regione a coordinare. I responsabili dell’inquinamento sono stati individuati, ma molte ditte sono fallite, altre hanno fatto ricorso in Appello e quindi bisogna che siano le Amministrazioni ad agire per quanto di competenza”.
Il danno economico sul territorio è enorme, per la ricaduta negativa della problematica Ambientale sul Turismo dei comuni costieri, ma di certo a pesare più di tutto è il danno alla salute dei cittadini che però non è quantificabile, a causa della mancata indagine epidemiologica, la cui necessità i responsabili delle associazioni Legambiente e Citt@Verde hanno ribadito ancora una volta oggi in questa sede, sottolineando in maniera critica l’assenza dei vertici Asur all’odierno tavolo civitanovese.
I componenti dell’organo bicamerale, recepite le istanze locali, hanno assicurato un loro intervento per cercare una strada comune utile a sbloccare la situazione, pur nei limiti del potere della stessa Commissione che ha compiti specifici di diverso tipo.
Il senatore Mario Morgoni ha rimarcato la necessità di trovare una capacità di sintesi e di sinergia dei vari enti interessati, perché solo se si uniscono le forze l’obiettivo della bonifica diventa raggiungibile.
Il sindaco Corvatta ha poi concluso ribadendo la soddisfazione per quanto emerso e ha ringraziato i presenti per il filo diretto che i Comuni sono riusciti a riallacciare con Roma e che lascia ben sperare.
Questi i nomi dei presenti. Commissione parlamentare: deputati Alessandro Bratti (presidente), Stefano Vignaroli (vicepresidente), Renata Polverini; senatori Mario Morgoni, Bartolomeo Pepe, Pietro Iurlaro; consulenti Andrea Trombetta, Primiano Troiano, Roberto Tiberi.
Uffici commissione parlamentare: Mauro De Marco, Andrea Moriconi, Antonella Parrucci.
Direttore Arpa Gianni Corvatta.
Sindaco Montecosaro Reano Malaisi, sindaco Morrovalle Stefano Montemarani, sindaco Sant’Elpidio a Mare Alessio Terrenzi, vicesindaco Porto Sant’Elpidio Annalinda Pasquali, presidente provincia Macerata Antonio Pettinari, consigliere provincia Fermo Stefano Pompozzi.
Uffici comunali dirigente Maurizio Scarpecci e tecnico Giulia Cancellieri, segretario Piergiuseppe Mariotti, e componenti 1a commissione consiliare: Belinda Emili e Mirella Emiliozzi e alcuni i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Per Legambiente erano presenti Giorgia Belforte, per Citt@Verde Amedeo Regini e rappresentanti di altre associazioni e Comando Guardia Forestale Regione Marche.