IMMIGRAZIONE E AFFIDAMENTO, COME CAMBIA LA CITTA’

immigrazioneContinuano ad arrivare i viaggiatori della speranza a Civitanova Marche. Immigrati, spaesati, spaventati, come i tunisini giunti in treno ai primi di marzo. In città oramai, quotidianamente in ospedale, medici e collaboratori si trovano a doversi confrontarsi con problemi di questo tipo. Ad arrivare in Contrada San Domenico, in nosocomio, ieri mattina è stato un giovane senegalese, stanco e denutrito, in pessime condizioni fisiche. E’ arrivato accompagnato dalle assistenti dei servizi sociali del Comune, dove era stato portato da un altro giovane del Senegal. e’ l’uomo di origini africane a raccontare di avere incontrato casualmente il ragazzo e di avere deciso subito di soccorrerlo, viste le pessime condizioni in cui versava. Il giovane protagonista della triste vicenda ha dichiarato alle assistenti di
essere minorenne, di avere 16 anni. “Vengo dalla Spagna” ha detto a chi lo rifocillava. Trasportato dai vigili urbani al centro ospedaliero civitanovese, il senegalese è stato accuratamente visitato e sottoposto all’ esame delle ossa e della dentatura. Tali controlli erano necessari a stabilire l’età del ragazzo, che è stato subito segnalato al Commissariato di Polizia, dove saranno attivate tutte le procedure previste dalla legge. Dal check-up ortodontico e dalla
mineralometria ossea computerizzata (MOC) ne è risultato infatti, che il ragazzo in questione era tutt’altro che minorenne. Ma se il senegalese ha superato i 18 anni e dunque saranno attivate, per lui, tutte le procedure di rimpatrio, sono tanti invece i minorenni veri a Civitanova Marche, accolti nelle strutture pubbliche. Quindici minorenni sono oggi inseriti nei centri di assistenza. I costi affrontati dal Comune per la presa in carico di questi ragazzi ammonta complessivamente a 350 mila euro. Inoltre, altri 30 ragazzi sono affidati alle famiglie, le quali godono di un contributo di 300 euro mensili per l’affidamento. Sono questi, costi sociali che, a giudicare dalle previsioni, non diminuiranno in futuro, anzi… Sono queste, soluzioni precarie per tanti, tantissimi ragazzi, vittime di una società impreparata ad affrontare le emergenze di un Paese in rapida trasformazione.

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