Di Livia De Pace
Un cittadino il 5 maggio 2025 ha richiesto all’Azienda dei Teatri l’accesso a determinati documenti attenenti all’attività dell’Azienda tra gli anni 2022 e 2024, riguardanti in particolare il progetto culturale MAT (Musica a Teatro) e la relativa attività amministrativa, tra cui la richiesta di contributi, come previsto dalla legge sulla trasparenza e sull’accesso agli atti amministrativi. Tuttavia, l’azienda, incurante delle richieste, non solo non ha consegnato la documentazione, ma non ha nemmeno instaurato alcuna interlocuzione con i richiedenti.
Di fronte a questo silenzio, il cittadino si è rivolto ai propri avvocati e ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), denunciando la violazione della normativa in materia di trasparenza.
L’Azienda dei Teatri si è costituita in giudizio, incaricando un avvocato per difendersi, sostenendo che la richiesta non era sufficientemente chiara e che vi erano problemi di personale che avevano impedito la consegna dei documenti. Successivamente, l’Azienda ha fornito la documentazione richiesta solo dopo la notifica del ricorso al Tar, determinando così la “cessazione della materia del contendere”.
L’Azienda ha chiesto la compensazione delle spese legali. Il TAR (Presidente Renata Emma Ianigro), pronunciandosi con sentenza n.890/25 del 9 ottobre 2025 e pubblicata lo scorso 3 novembre, ha condannato l’Azienda a pagare le spese legali in quanto ha ritenuto che non sussistevano i presupposti per l’integrale compensazione: “in primo luogo l’affermata genericità dell’istanza di accesso non appare compatibile con l’ostensione dei documenti che, sono stati correttamente individuati dall’Amministrazione. Con riguardo ai problemi amministrativi riguardanti il personale in servizio, non risulta in ogni caso alcuna interlocuzione dell’Amministrazione con il ricorrente volta ad evitare la formazione del silenzio rigetto e la conseguente presentazione del ricorso nei termini di rito”. L’Azienda dei Teatri dovrà dunque pagare le spese processuali che ammontano a 600 euro, oltre alle ulteriori spese legate alle parcelle degli avvocati.
Non è la prima volta che l’Azienda dei Teatri ritarda o omette di consegnare i documenti richiesti. In passato, vi sono già state polemiche tra consiglieri comunali e l’Azienda stessa, che spesso sembra agire senza tenere in debito conto regolamenti e leggi.
Ancora una volta, quindi, il Comune — o meglio, l’Azienda partecipata — si ritrova a perdere una causa che avrebbe potuto facilmente evitare. Un comportamento di questo tipo genera un danno economico per la collettività, poiché tutte le spese legali, comprese quelle di condanna, vengono sostenute con denaro pubblico.
Si tratta, dunque, non solo di una sconfitta giuridica, ma anche di un comportamento che nella pubblica amministrazione non dovrebbe mai verificarsi.


———-

