IL SERT DELL’OSPEDALE DI ASCOLI PICENO TRASFORMATO INUNA CENTRALE PER LO SPACCIO

Avevano trasformato i locali del Sert di Ascoli Piceno in una centrale di spaccio di eroina. Quattro pregiudicati sono stati arrestati dai carabinieri, e altre 18 persone sono state denunciate a piede libero, a conclusione di un’indagine dagli sviluppi clamorosi. I 4 spacciatori, tutti italiani, anche loro in cura presso la struttura, utilizzavano l’androne del Servizio per le tossicodipendenze dell’ospedale ‘Mazzoni’ per incontrare i clienti e vendere loro la droga.

Gli arrestati sono Ermanno Angelini, Gianluca Brunelli, Massimo Catini e Alfredo Cavagliere. Le indagini, coordinate dal pm Mara Flaiani, hanno consentito di fare luce su una fiorente attività di spaccio al dettaglio di eroina che avveniva proprio nel luogo deputato al recupero dei tossicodipendenti. I clienti che acquistavano le dosi di droga nel Sert, erano anche loro in trattamento con il metadone.

Lo spaccio di eroina che avveniva all’interno dei locali del Sert dell’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli Piceno è documentato da riprese video e fotografie effettuate da telecamere nascoste piazzate dai carabinieri, che hanno arrestato 4 spacciatori e denunciato 18 persone a piede libero. L’indagine, avviata d’iniziativa dai carabinieri e durata un anno, ha trovato ulteriore spunto dalla segnalazione del magistrato di sorveglianza di Macerata che aveva avuto notizia che in alcune sedi dei Sert nelle Marche, tra cui quella di Ascoli, si svolgeva un’attività di spaccio di eroina ceduta a soggetti in cura presso le stesse strutture. “Siamo davanti ad usurai del dolore altrui, che si approfittavano dello stato di bisogno di tossicodipendenti e proprio nel luogo nel quale avrebbero invece dovuto curarsi” ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno Ciro La Volla. I 18 indagati a piede libero, per lo più assuntori, devono rispondere a vario titolo di spaccio e favoreggiamento. Tra di loro non ci sarebbe al momento alcun operatore sanitario della struttura ospedaliera ascolana. Le indagini proseguono per verificare eventuali omissioni da parte del personale e il coinvolgimento nel giro di spaccio di altri soggetti. In un caso sarebbe stato accertato lo scambio di contenitori di urine ‘pulite’, cedute a tossicodipendenti in cura presso il Sert ascolano per mascherare l’assunzione di droga.

”Il Sert è un luogo che dovrebbe essere ‘protetto’: se vi si è spacciato droga qualcosa non ha funzionato. Siamo a disposizione della magistratura e pronti a collaborare per scoprire ogni eventuale complicità interna alla nostra struttura dell’Ospedale ‘Mazzoni’, al momento comunque da escludere”. Così il direttore d’Area Vasta n. 5 Massimo Del Moro commenta con l’ANSA l’arresto di quattro ascolani ritenuti responsabili di aver spacciato eroina nell’androne d’ingresso della palazzina che ospita il Sert. ”Non sapevamo nulla dell’indagine dei carabinieri – aggiunge Del Moro -, probabilmente chi opera al Sert non ha avuto modo di cogliere cosa stesse succedendo”. ”Noi sanitari lavoriamo al primo piano, e non possiamo controllare quello che avviene al piano inferiore, dove c’è l’ingresso del Servizio tossicodipendenze. Non chiedeteci di fare i poliziotti non è questo il nostro mestiere” aggiunge il dottor Marco Quercia, direttore del Servizio territoriale per le Dipendenze patologiche dell’Area Vasta 5, che al Sert assiste circa 450 tossicodipendenti. ”Il Sert è un luogo frequentato da soggetti con tossicodipendenze e, più che provare a dare colpe a noi o attribuirci compiti di polizia che non ci competono, credo sia piuttosto necessario predisporre una vigilanza privata, come avviene in altre strutture sanitarie. Noi medici e paramedici – sottolinea Quercia – in questa vicenda siamo vittime al pari di coloro che si rivolgono a noi per farsi curare”. Quanto accaduto rilancia il progetto di spostare il Sert dall’area interna all’Ospedale ‘Mazzoni’ (in quartiere molto popolato), in un’altra zona. ”Ci convince ancora di più della necessità di delocalizzarlo rispetto all’ospedale – prosegue il direttore Del Moro -, stiamo trattando con un privato per l’affitto di un immobile in zona industriale, ma l’accordo non è ancora fatto”.

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