Un bilancio (il consolidato 2018) con un erroruccio di 1.400.000 euro è stato approvato dall’amministrazione comunale. E’ passato senza che nessuno si accorgesse dell’errore. Il sindaco è ragioniere, ma si è capito che di conti non capisce un tubo infatti ha salassato i civitanovesi con 1.500.000 euro di rincari nella bolletta dell’acqua ed ora esulta perché gliene restituisce appena 170 mila. Dategli un pallottoliere. E’ in buona compagnia. Il bilancio sbagliato ha infatti superato indenne il vaglio degli uffici finanziari del Comune, dell’assessore alle finanze, dei revisori dei conti, di una società privata di Chieti ingaggiata e pagata per una consulenza, del presidente del consiglio comunale Morresi, che è pure commercialista ed è stato assessore al bilancio, infine del plenipotenziario segretario generale Sergio Morosi che da mesi gestisce ogni cosa, pure la dirigenza alle Finanze. Fa tutto lui, meno che rispondere. E’ stato zittito in aula da Morresi che ha impedito chiarimenti su qualche numero che agli esponenti dell’opposizione pareva sballato e che non doveva essere discusso, ma silenziato, secretato, per approvare in fretta e furia un bilancio senza il quale non si poteva avviare un’infornata di assunzioni in Comune. Morosi, promosso sul campo al ruolo di ‘segretato generale’, non ha parlato, chino ai voleri di una destra che in consiglio comunale ha in M&M (Morosi e Morresi) le proprie vestali. Ora che l’errore è venuto a galla, dopo un fine settimana di consultazioni l’amministrazione ammette la cantonata, ma ridimensiona e dice che rappresenta una piccola percentuale dei conti. E che sarà mai? Si sono dimenticati di elidere fatture della Civitas e del Cosmari, una cosuccia, suvvia. Non avevano tempo di controllare e studiare, più occupati a elidere altro: le domande. Perché a loro non interessa il bilancio dei civitanovesi. I conti che devono portare sono altri, sono solo quelli elettorali.
Di Robespierre
IL SEGRETATO GENERALE
