IL RICORDO DEL MARESCIALLO PIERMANNI

Nel ricordo della tragica morte del Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Sergio Piermanni, insignito di medaglia d’oro al valore militare alla memoria, avvenuta all’alba del 18 maggio 1977, la città lo ha ricordato con una cerimonia avvenuta ieri mattina  dinanzi al monumento commemorativo istallato nel piazzale della Stazione, dov’è avvenuta la sua morte,  e alle 19 con una cerimonia religiosa che si è svolta nella chiesa di San Pietro. Fra i presenti la vedova Piermanni, sig.ra Giovanna Paolone, la figlia Dominique, il sindaco Fabrizio Ciarapica, il presidente del consiglio Comunale Claudio Morresi, l’assessore Barbara Capponi, il consigliere regionale Francesco Micucci,i comandanti delle compagnie dei Carabinieri e Guardia di Finanza, rispettivamente cap.  Massimo Amicucci e cap. Tiziano Padua, altri graduati e rappresentanti di alcune associazioni combattentistiche del luogo.
La cerimonia religiosa è stata officiata dal parroco, don Mario Colabianchi, che ha ricordato inizialmente, nell’esprimere la gioia della messa comunitaria che veniva celebrata dopo oltre due mesi di assenza,  le norme da osservare nelle celebrazioni liturgiche, attentamente seguite nella chiesa parrocchiale,  e ha rivolto in vari momenti parole di stima nei riguardi dello scomparso “che ha dato – ha sottolineato – la vita per le persone”, un gesto in pratica che  esalta il significato del “dono della pace” di Gesù.
Alla conclusione della messa, con tutti i presenti sempre fermi nei posti designati, un breve ricordo di Piermanni da parte di Roberto Ciccola, presidente della Sezione locale dei carabinieri in congedo  e lettura della “Preghiera del Carabiniere”, da parte del comandante della Stazione dei Carabinieri, maresciallo capo  Bartolomeo Filaninno.
Nella motivazione della concessione della medaglia d’oro,  che ci teniamo a ricordare,  un’efficace sintesi del significato della morte di Piermanni.
“ Comandante di Nucleo radiomobile, in licenza ordinaria nella sede di servizio venuto   a conoscenza, casualmente, dell’assassinio di un graduato dell’Arma e del ferimento di altri carabinieri nel corso di conflitto a fuoco con malviventi verificatosi in provincia limitrofa, chiedeva ed otteneva il permesso di rientrare in servizio, per concorrere alle operazioni in atto, nottetempo, per la cattura dei criminali in fuga. Nel corso di operazioni di identificazione di tre persone sospette – riconosciute, successivamente, nei malviventi ricercati – veniva proditoriamente fatto segno a numerosi colpi di pistola, sparati da brevissima distanza. Benché ferito in maniera gravissima, reagiva, con una estrema eroica determinazione, con il fuoco della propria arma, ferendo mortalmente uno degli aggressori, prima di immolare la sua ancor giovane esistenza. Luminoso esempio di dedizione al dovere e di cosciente sacrificio”.  (v.d.s.)

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