In seguito a quanto emerso nella riunione della VI Commissione Consiliare dello scorso 19 settembre (commissione congiunta IV, V e VI), il cui ordine del giorno prevedeva una discussione su “Barriere all’accessibilità, problematiche, programmazione”, il sottoscritto, anche in qualità di Presidente della IV Commissione, capogruppo di “Uniti per cambiare”, ha indirizzato al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale una mozione (sottoscritta da tutti i gruppi consiliari di maggioranza) per chiedere l’impegno da parte dell’ amministrazione comunale a predisporre ed adottare il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) ed il piano di accessibilità urbana (P.A.U.), in ottemperanza a quanto stabilito dalle Leggi 41/1986, 104/1986 e dalle Leggi Regionali 52/1990 e 34/1992.
Già, perché i suddetti piani sono obbligatori per legge da oltre 25 anni ma pochissimi comuni in Italia (probabilmente nessuno in Regione) li hanno adottati.
I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche negli edifici pubblici (P.E.B.A.) e negli spazi aperti pubblici, Piani di Accessibilità Urbana (P.A.U.), sono specifici strumenti di analisi e verifica urbanistica finalizzati alla conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo (o situazioni che possono causare imbarazzo o discriminazione) alla fruizione di edifici e spazi pubblici al di là della condizione fisica, sensoriale o anagrafica di ognuno e di conseguenza finalizzati alla redazione di piani pluriennali di abbattimento delle barriere architettoniche.
Una battaglia, quella per l’adozione di specifici piani per favorire l’accessibilità degli spazi urbani, iniziata a livello regionale poco più di un anno fa dalla Associazione Luca Coscioni di Ancona (in collaborazione con Aniep, Anp, Aisla,Uildm) che ha denunciato dati allarmanti: su 270 comuni contattati in tutta la Regione, per sapere se avessero adottato i PEBA, nessuno, capoluogo compreso, ha risposto; segno evidente di scarso interesse delle Istituzioni per un problema che non colpisce solo i diversamente abili ma tutti gli utenti della città. L’azione dell’Associazione Luca Coscioni ha portato nel maggio 2012 il Consigliere Regionale Cardogna a produrre una interrogazione sull’applicazione dei PEBA e PAU dato che la stessa Regione deve provvedere a che i Comuni applichino la Legge del 1986: ovviamente dalla risposta dell’Assessore Marcolini è emersa una sorta di ammissione di negligenza da parte della Regione non solo per l’applicazione a livello comunale ma anche per l’applicazione su strutture di stretta competenza regionale, comprese le strutture sanitarie.
Questa mozione è il primo passo (un passo successivo potrebbe essere l’introduzione di un capitolo di spesa dedicato in bilancio) “dovuto” per iniziare a Civitanova una “evoluzione civile”, alfabetizzando utenti e gestori della città ad una “cultura dell’accessibilità”; è quindi la necessaria base sulla quale fondare tutte quelle azioni di “disegno urbano” che mirano ad interventi dedicati.
E’ il primo passo, da fare quanto prima, per iniziare un lungo cammino di cui è difficile prevedere la conclusione e che, proprio per questo motivo, deve essere intrapreso dal “Comune di Civitanova Marche” e perseguito a prescindere dal colore politico delle amministrazioni che si alterneranno negli anni.