IL DRAMMA DELLE DIPENDENZE. LE MARCHE LA PRIMA REGIONE PER NUMERO DI MORTI PER OVERDOSE

Un girone dantesco, infernale di dipendenze e di umane fragilità, la perdita del senso e del senso del limite. É questa l’inquietante fotografia che emerge sulla realtà attuale trattando il tema delle dipendenze oggetto di riflessione e di analisi nella serata di venerdì 17 gennaio nella cornice del Teatro Lanzi di Corridonia alle porte di Macerata. Un incontro che nasce dall’esigenza di confronto tra le diverse associazioni territoriali quali: la “Rondinella” (presieduta dal neo Cavaliere della Repubblica Gaetano Angeletti da sempre contraddistintosi nel suo impegno nel sociale), ” Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza” (presieduta dall’avvocato Giuseppe Bommarito), l’ “Age”, il “Comitato Cittadini” di Corridonia ed il “Gruppo Genitori” di Corridonia. Presenti al tavolo di confronto anche lo psicoterapeuta Francesco Giubileo, collaboratore della ” Rondinella” stessa ed il questore di Macerata Antonio Pignataro operativo nella nostra provincia da ormai due anni, immediatamente dopo i tragici eventi legati alla morte di Pamela. È un’amicizia di vecchia data, una fratellanza che nasce da un’esperienza dolorosissima comune quale la morte di un figlio per droga, quella che lega Angeletti e l’ Avvocato Bommarito presidenti delle Associazioni da sempre in prima linea nella nostra provincia sul tema della lotta alla droga. Ma quali sono le dipendenze? Cosa provoca una dipendenza? E soprattutto: davvero queste riguardano solo gli altri, solo le famiglie più squilibrate oppure le stesse possono insidiarsi tra le più normali mura domestiche, colpendo i figli di brave persone, di comuni genitori che si impegnano conducendo una vita normale tra casa e lavoro come tante comuni persone mortali????!!
Queste le domande portate al tavolo di un dibattito che ha visto la presenza di una platea affollatissima di autorità ma anche di famiglie, di giovani e di semplici cittadini. Dipendenze da sostanze stupefacenti, dipendenze da alcool, dipendenze da gioco d’azzardo: ecco le piaghe sociali, elencate una ad una con tutta la loro portata di dolore e di complessità.
Si rabbrivisce ad ascoltare i dati che vengono citati dagli organizzatori della serata stessa:
-334 i decessi legati al solo consumo di stupefacenti nel 2018;
– in Italia ogni due giorni muore in media più di una persona per droga;
– alle Marche il triste primato di essere la prima regione per morte di overdose in Italia.
Ma se il numero dei consumatori aumenta vertiginosamente, al contrario si abbassano i prezzi delle sostanze stesse:
– l’età dei primi consumi scende e si stabilizza intorno ai 12 anni e la cannabis e’ la sostanza più diffusa sul mercato illegale con un giro di spesa di 4.4 miliardi di euro l’anno.
Di certo si può parlare ormai di un policonsumo di droghe perché nel mercato nefasto degli stupefacenti proliferano pure la cocaina, sale il consumo dell’eroina, nascono e si diffondono le droghe sintetiche e la marijuana ha 4 volte in più l’effetto stupefacente di quello venduto negli anni ’70.
La cannabis (cosiddetta droga leggera attesta un THC intorno al 50%- 60%) con forti conseguenze psicoattive soprattutto quando combinato con altre sostanze attive come l’alcool ad esempio. Un mix esplosivo autodistruttivo che sembra un anestetizzante giovanile per non affrontare la realtà, per rinunciare a vivere, per contenere tutto quel disagio interiore, quell’ inquietudine esistenziale che sfugge e che difficilmente riescono a cogliere gli stessi educatori, gli insegnanti , i genitori.
Si rabbrividisce in platea ad ascoltare i dati citati da Bommarito che quantifica in miliardi la spesa pubblica della sanità per curare i malati e le patologie che sono dirette ed inevitabili conseguenze delle dipendenze stesse.
Tanti i comportamenti deviati e devianti che ne derivano. Basti pensare al fatto che la cannabis blocca la parte cognitiva del cervello provocando perdita della memoria, perdita degli interessi, perdita di ragionamenti, di riflessi, assenza di stimolo e di energia vitali sprofondando così in quei limbi interiori infernali di solitudini e di fragilità, di sbalzi di umori, di aggressività, rovinandospesso le relazioni e la vita scorre via lontana, irraggiungibile, non più afferrabile al controllo della persona stessa dipendente da tutto alla fine tranne che da sé stesso.
Non esistono dunque droghe leggere e unanimamente tutti i presenti al dibattito sono concordi nel disincentivare qualsiasi forma di droga visto che nessuna legalizzazione di sostanze pseudo leggere potrebbe mai circoscrivere il giro di delinquenza e criminalità che da essa si dipana.
Di certo sarebbe un grave errore fare della droga un tema di parte e di colore politico.
Un tema che andrebbe affrontato semplicemente col buon senso, con la prudenza, l’impegno concerto e energetico di tutti, uniti nella lotta e nella consapevolezza della portata grave del problema che costituisce una verrà emergenza sociale.
Un No alla droga assoluto dunque, senza sfumature, senza alcuna tolleranza anche per non lasciar passare il messaggio ai più giovani che “si può fare” , che in fondo non fa male, che tutto possa essere permesso compreso la libertà di fare a pezzi la propria vita non prima almeno di aver provato a scoprire e conoscere il valore della propria persona e dunque della propria esistenza.
Non sono mancate in sala storie toccanti di persone che hanno raccontato la propria esperienza di droga e di abbandono ma anche di ripresa, di riscatto, di lotta e di guarigione.
Dunque uscire dalle dipendenze si può perché si può rinascere e ricominciare in qualsiasi momento della propria vita.
Educare in fondo non significa inculcare nell’altro regole, idee, e convinzioni personali ma semmai tirare fuori talento, passione, coraggio, il meglio di ognuno di noi. Forse andrebbe ricordato spesso che le passioni sono i primi deterrenti contro ogni forma di dipendenza e di fragilità, contro il male di vivere. La serata si conclude con la consegna di una pergamena con parole di stima e di ringraziamento da parte della Rondinella verso il questore Pignataro per il lavoro è l ‘impegno profuso nella nostra provincia per contrastare lo spaccio e le reti di criminalità presenti nel nostro territorio.
È le parole finali di Angeletti presidenti sono quelle della speranza , che come una rondine possa tornare la primavera nel cuore di coloro che sono affetti da forme di dipendenza per scoprire il valore e la bellezza della vita che andrebbe rispettata e difesa sempre, in ogni istante del nostro terreno cammino.
Di Antonella Sglavo
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