IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DICE NO ALLA STABILIZZAZIONE DI 16 DIRIGENTI DELLA REGIONE MARCHE

Nata fra le polemiche, la legge che nel luglio scorso ha stabilizzato 16 dirigenti della Regione Marche (13 della giunta e tre del consiglio) senza concorso è stata impugnata dal Consiglio dei ministri. Motivo dell’impugnazione: l’emendamento sulla stabilizzazione inserito nella legge 226, contiene alcune disposizioni sul personale che “contrastano con i principi di imparzialità e buon andamento previsti dalla Costituzione”. Per i sindacati della funzione pubblica la bocciatura era per certi versi annunciata, e ora i 16 dirigenti, compreso il segretario generale della giunta Elisa Moroni, potrebbero perdere l’incarico, se la Corte Costituzionale dovesse dare ragione al Governo. La giunta a suo tempo aveva spiegato che, di fronte a concorsi di fatto bloccati, aveva preferito stabilizzare con una legge dirigenti “precari” da anni, addetti a vari settori: informatica, servizi sociali, agricoltura, programmazione, ambiente, bilancio, industria e formazione. La proposta di legge sulle misure urgenti in materia di contenimento della spesa, era stata approvata il 26 luglio dall’Assemblea legislativa con 20 voti a favore, 12 contrari e otto astensioni. Fra gli astenuti, l’intero Ufficio di presidenza dell’Assemblea, ‘bypassato’ dall’emendamento sui dirigenti approvato in Commissione. Tanto che lo stesso relatore di maggioranza Dino Latini (Api) aveva prospettato la possibilità di stralciarlo per approfondimenti, proposta poi non accolta. Vari consiglieri di centrodestra e centrosinistra avevano espresso perplessità, ravvisando profili di incostituzionalità nella trasformazione dei dirigenti da tempo determinato a tempo indeterminato senza concorso pubblico. Secondo l’assessore al personale Luigi Viventi, però, l’operazione si basava su tre elementi: un risparmio di 550 mila euro; il riconoscimento del merito (i dirigenti svolgono funzioni superiori alla loro qualifica “da cinque anni e sono stati scelti nel 2007 con una selezione”); il funzionamento dell’attività amministrativa della Regione, perché le 16 posizioni erano ritenute “insopprimibili e il prossimo anno ci sarà il blocco dei concorsi, potremo al massimo farne uno per un dirigente”. In questi anni – aveva sottolineato – la Regione “ha lavorato per risparmiare, scendendo da oltre 90 dirigenti in pianta organica a 60”.

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