IL 14 MARZO A CIVITANOVA, TEATRO ANNIBAL CARO, IN SCENA GIULIO CESARE

image102Spettacolo selezionato dallo Shakespeare Globe Theatre di Londra a rappresentare l’Italia all’interno del Festival Globe to Globe 2012 in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012

Vincitore del Certamen ALMAGR-OFF / Festival Internationaldi Teatro Clasico de Almagro 2012

Gessi taglienti come lame per incidere il colore del sangue su una poltrona nera, sfondata e sghemba, eletta a emblema del potere, a trappola di pensieri nefasti. Sedia come oggetto su cui si materializza, ma solo nell’immaginazione, il corpo di Cesare sul quale infliggere le ventitré pugnalate mortali. E ci sono spose in bianco e in nero, che s’aggirano fra i loro uomini, a predire, inascoltate, sciagure e tempi bui. E c’è, ancora, un flusso ininterrotto di musiche, folate di suggestioni sonore dove la minaccia e l’inquietudine sono continuamente presenti. Si respirano, insomma, le atmosfere del lituano Eimuntas Nekrosius nell’impianto scespiriano del Giulio Cesare messo in scena dal regista Andrea Baracco. Emerge la forza evocativa delle parole del testo in questo intenso lavoro di sottrazione a vantaggio di una scarnificazione poetica che fa affiorare immagini, gesti e segni affogati in luci nette, per raccontarci, in fondo, una storia di uomini fragili. [Giuseppe Distefano, “www.ilsole24ore.com”]

The Life and Death of Julius Caesar è una tragedia in versi e prosa composta nel 1598-99 e rappresentata per la prima volta nel 1599 al Globe Theatre di Londra appena costruito e acquisito dalla compagnia di cui Shakespeare era socio. Appartiene ai cosiddetti drammi classici, dove la lettura del mondo classico diviene lo spazio simbolico in cui poter rappresentare i problemi del presente, in un senso universale. Come osserva Giorgio Melchiori, nella tragedia tre grandi modelli si intrecciano indissolubilmente: l’exemplum medioevale, di stampo morale, la cronaca storica, e la “tragedia di vendetta” che origina nei drammi senechiani. In questa edizione Baracco e i suoi sei bravi interpreti, al di sotto dei 35 anni, con semplici e visionarie invenzioni sceniche si confrontano sui tratti dei personaggi e sulla loro fragile umanità, fatta di dubbi e turbamenti, incertezze e decisioni affrettate, scatti di violenza e pentimenti.

L’intensità delle vicende e delle passioni che portarono all’assassinio di Cesare emerge come un fiume in piena sullo sfondo di una Roma livida e ferocemente allucinata, di una società colta nell’attimo del crollo, vittima del proprio fallimento intellettuale, spirituale e politico.

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