I FURBETTI DEL CATASTO E DEGLI EXTRACOMUNITARI

image30Le chiamavano una volta truppe cammellate. Neofolgorati stranieri che domenica scorsa hanno avvertito l’impellente necessità di partecipare alla vita politica del proprio Paese di adozione e votare Pd. In via Mameli (quello dell’inno d’Italia) si sono così riversati tanti stranieri, per lo più bengalesi riferiscono le cronache. La partecipazione degli stranieri alla vita politica della città sarebbe di per sé una buona notizia, se non fosse che dietro lo spirito civico si nasconde in realtà la bramosia di controllo, potere e prevaricazione che giunge dall’alto, un’imposizione più che una scelta. Lasciamo per un attimo da parte le lotte intestine fra renziani e resto del mondo,concentriamoci dalla parte degli stranieri. Immaginiamo la scena: un extracomunitario che va a votare per la segreteria locale del partito, che fa la fila, che spende 20 euro per la tessera tutti insieme in fila cingalese.Il civitanovese medio probabilmente non era neanche a conoscenza della possibilità di tesserarsi e uno straniero che immaginiamo vivrà le difficoltà economiche del periodo ha come primo pensiero se votare Mirella Franco o Roberta Belvederesi. E’ evidente che c’è dell’altro. E allora una domanda è d’obbligo: che uomini di sinistra sono quelli che cercano il consenso attraverso l’ “utilizzo”, e non esiste altra parola per esprimere al meglio ciò che si e’ verificato domenica scorsa, degli stranieri come numeri votanti? C’è vigliaccheria e tracotanza nel pensare di poter “comprare” i voti degli stranieri per far primeggiare la propria corrente. Una forma di prostituzione elettorale alla quale una certa politica è abituata da tempo e fa sinceramente sorridere che chi si professa a favore del nuovo non sappia inventare e trovare strumenti leali per far convergere sulle proprie idee le masse. O almeno, se lealtà e onestà non appartengono al proprio modus operandi, almeno si cerchino mezzi non oltraggiosi per la dignità altrui. Ma tutto sommato non stupisce se si pensa che “i furbetti delle tessere” sono anche i “furbetti del catasto”. Imprenditori e politici che vivono in ville con piscina (spesso minori di 80mq così da non essere inserite tra i beni di lusso) accatastate come Case normali,popolari. L’accostamento non deve sembrare un azzardo. Alla base c’è la stessa radice psicologica dell’uomo che pensa: “posso fregare gli altri, sono più furbo, il “ti frego quindi sono” che ha caratterizzato un ventennio di Storia del Paese. Dov’è tutta questa proclamata “nuova politica?”

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