GIOCATORI DELLA LUBE CIVITANOVA AL POLIAMBULATORIO PER TESTARE I MACCHINARI DEL NUOVO SERVIZIO RIABILITATIVO POST INFARTO

Dopo un ricovero in ospedale per infarto miocardico si può riprendere a vivere in buona salute. Grazie ai nuovi sistemi riabilitativi, di cui il Poliambulatorio di Civitanova si è dotato nel mese di ottobre, è possibile per un infartuato evitare di perdere la propria stabilità fisica e psicologica.

A sottolineare l’importanza dell’apertura del nuovo ambulatorio sono intervenuti, questa mattina, i giocatori della Lube volley Ivan Miljković, Alessandro Fei, Enrico Cester, Klemen Cebulj, insieme al direttore sportivo Stefano Recine, il sindaco Tommaso Claudio Corvatta e il vicesindaco Giulio Silenzi insieme al direttore Area Vasta3 Alessandro Maccioni, al direttore del distretto sanitario Giovanni Turchetti, al dottor Luigi Ninonà cardiologo e responsabile del servizio, insieme alla dottoressa Fabiola Angelozzi e agli altri componenti dello staff riabilitativo.

Attraverso il servizio ambulatoriale di riabilitazione cardiologica, gestito da una équipe polifunzionale (cardiologi, fisioterapsti, psicologi, nutrizionisti), i cardiopatici del maceratese (e non) potranno riprendere la vita di prima, e renderla anche migliore attraverso una sana alimentazione, tanta attività fisica ed un corretto utilizzo dei farmaci.

“Il connubio di oggi con i giocatori della Lube Volley Civitanova – ha detto l’assessore Giulio Silenzi – vuole sottolineare ulteriormente l’importanza dello sport e delle innovative e sofisticate metodiche di riabilitazione adottate nel Poliambulatorio di Civitanova per riportare in salute tutti i pazienti affetti da problematiche cardiache infartuali e sensibilizzare tutta la popolazione all’importanza di praticare uno sport o una semplice costante attività motoria”.

“E’ un esempio di rete clinica – ha detto Maccioni – perché il reparto di cardiologia dell’ospedale di Macerata fa riferimento su questa struttura e si lavora quindi in sinergia trattando fino ad otto pazienti alla settimana in un ciclo che dura due mesi”.

“Attraverso un dispositivo che si applica con una fascia al torace – ha spiegato il dottor Ninonà – siamo in grado di monitorare il paziente anche da casa, seguendolo via tablet e acquisendo tutti i dati che ci sono necessari. La malattia non fa più paura come una volta, e oggi è possibile rendere il paziente rende più sicuro e gli garantisce un rapido ritorno alla vita attiva evitando un prolungato periodo di convalescenza”.

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Una risposta

  1. Antonio Oro ha detto:

    L’ importanza della struttura per la comunità è sotto gli occhi di tutti. Volendo fare una battuta, penso che il personale femminile dell’Ospedale a vedere simili “fusti “……si sia. ……rifatto gli occhi! ! ! Buon 2016 a tutti.

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