GIANNINI, SECCO “NO” AL RIGASSIFICATORE DI PORTO RECANATI

saragianninic“Non è possibile esprimere un parere positivo, in quanto non si possono escludere effetti significativi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione dell’opera”. Così gli uffici competenti della Regione Marche si sono espressi sulla compatibilità ambientale del progetto del rigassificatore Gaz de France.
Lo rende noto Sara Giannini, consigliere regionale del Pd.
“Il parere – spiega Giannini – è stato formulato a seguito della mancata presentazione delle integrazioni trasmesse dai tecnici della Regione al ministero dell’Ambiente, titolare del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, che invitavano ad approfondire gli aspetti ecologici. In assenza di risposte a questi chiarimenti, la Regione ha sempre detto che la risposta sarebbe stata negativa. E siamo stati di parola.
Correttezza amministrativa – conclude Giannini – e trasparenza: adesso manterremo alta la vigilanza sulla questione”.

Il no della Regione Marche alla realizzazione di un rigassificatore di gas naturale al largo delle coste di Porto Recanati e` ufficiale. La posizione contraria gia` espressa verbalmente nei giorni scorsi, viene oggi rafforzata dalla Valutazione di impatto ambientale del Servizio Ambiente che sancisce il parere di non conformita`. Lo afferma il presidente annunciando che il procedimento regionale di Valutazione di impatto ambientale inerente la realizzazione del terminale offshore Gaz de France presentato dalla Tritone GNL s.p.a da collegare alla rete nazionale si e` concluso. Il parere di non conformita` e` stato formulato a seguito della mancata presentazione delle integrazioni richieste il 24/4/2009 dagli Uffici della Regione al Ministero dell’Ambiente titolare del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, che invitavano ad approfondire gli aspetti ecologici determinati dallo squilibrio termico e chimico, anche utilizzando in prima istanza dati provenienti da studi relativi ad impianti simili che comportino l’immissione in mare di acque con analogo impatto termico e chimico. Le risposte del Ministero sono state di natura esclusivamente bibliografica, non supportata da dati di monitoraggio, ne` relativi al contesto in oggetto ne` riferiti ad altre analoghe situazioni esistenti e non hanno pertanto permesso di valutare se dalla realizzazione dell’opera a mare potranno derivare effetti negativi sulle componenti ecosistemiche marine. E` stato poi rilevato che l“Adriatico e` un mare “chiuso“ e che le autorizzazioni ministeriali, relative ad altri impianti previsti, sono state concesse senza un Piano energetico nazionale. Il rischio da scongiurare e` quello della sovrapposizione degli effetti dell“inquinamento derivanti dalla realizzazione di piu` impianti senza una valutazione complessiva. Non e` possibile inoltre valutare interferenze con le rotte delle tartarughe marine e con l’ecologia dei cetacei. Ulteriori perplessita` riguardano il contesto in cui l’opera si inserisce, un contesto in cui le attivita` economiche ruotano intorno alla tutela dell’ambiente (Parco del Conero), al turismo e alla pesca e che potrebbero essere compromesse dalla realizzazione dell’impianto. .