20 ANNI PER CIVITANOVA DANZA, TRIONFANO I “ROBOT”. GUARDA LE FOTO

dsc_0553Un sabato dedicato alla danza a Civitanova. A dare il via alla serata, alle 20.30 al Teatro Cecchetti, DE VISU IN SITU MOTUS, in prima assoluta, con la coreografia di Masako Matsushita. Un’indagine sullo sviluppo del confronto e ciò che lo genera. Esistere, trovare l’essenza in intervalli non calcolati, in momenti non riconosciuti. L’improvvisazione, di un essere, che cerca di arrivare a compimento senza raggiungerlo in uno stato di riflessione con un ritmo incostante dove la riflessione stessa prende spazio e l’interruzione genera cambiamenti.

Alle 21.30 al Teatro Rossini la prima nazionale di ROBOT!, uno spettacolo di Blanca Li in collaborazione con Maywa Denki. Giorno e notte, nelle nostre case e fuori, in terra e in cielo, viviamo con (e tra) macchine di tutti i tipi, la nostra memoria sta diventando artificiale, le nostre impronte tendono ad essere solo elettroniche, la nostra identità è parzialmente digitale. Robot, macchine, computer in forma di auto e cellulari, schermetti touch-sensibili che i bambini usano quotidianamente, macchinari interattivi ed automatici, bar code, avatar on line ecc. Ogni giorno interagiamo con moltissimi strumenti, alcuni automatici, molti elettronici. Tutti quanti riflettono le nostre scelte, le nostre azioni e i nostri gusti. Uno spettacolo che ha entusiasmato il pubblico presente, dove i ballerini hanno interagito con i robot.

Alle 23 al Teatro Annibal Caro, di scena Pinocchio. Un Pinocchio leggermente diverso si avvicina al silenzio, corre adiacente a certi corpi come si possono vedere nelle albe di Piero della Francesca (Battesimo di Cristo a Londra), che emergono nei colori della luce del Tiepolo (Mosè salvato dalle acque), nell’incarnato del Bellini (Pietà all’Accademia di Venezia). Per 7 volte il pubblico si è potuto avvicinare e scoprire il dettaglio, ha potuto trasgredire lo spazio, stabilire la distanza, vedere il volto di Pinocchio, gli occhi, il sudore, come trema e si sorregge il burattino iniziato alla vita: scene dove lo sguardo si traduce in ascolto e viceversa. Lo spettatore è stato chiamato a interrogare il vuoto e il pieno di ogni istante che non è discorsivo, ma intimo, struggente cammino verso una benevolenza del gesto, a desiderare di essere nell’ombra del burattino e a proteggere il danzatore cieco.

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